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Ristrutturazione Del Debito: A Chi Rivolgersi Nel 2021

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Prima di proseguire nell’analisi, però, dai uno sguardo alla tabella con i migliori servizi di consulenza finanziaria e supporto ai debitori per la ristrutturazione del debito.

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Da un punto di vista strettamente economico, il rischio di impresa è intimamente correlato alla gestione, alle responsabilità e alle scelte imprenditoriali che contribuiscono a determinare un profitto oppure una perdita di impresa.

Il rischio di impresa è un concetto ineliminabile e può essere scomposto in rischio economico, finanziario e patrimoniale.

Nonostante l’imprenditore abbia a sua disposizione la possibilità di coprire parzialmente il rischio aziendale mediante la stipula di contratti assicurativi, si tratta di un concetto che non può essere mitigato del tutto e non si esaurisce.

Il rischio di impresa, infatti, accompagna tutta la vita dell’azienda.

Benché sia interesse dell’imprenditore conseguire dei profitti interessanti in conseguenza della propria attività lavorativa, non è scontato che il risultato imprenditoriale sia positivo.

Scelte manageriali scarsamente ponderate, errori di valutazione e fattori economici esogeni del tutto esterni all’attività aziendali sono alcune tra le numerosi cause che possono indurre una chiusura di bilancio in territorio negativo.

Il perdurare di situazioni contingenti avverse può condurre l’azienda in acque agitate. Quando un’impresa non riesce più a far fronte agli impegni assunti e non riesce a generare profitto, ha davanti a sé due differenti opzioni:

  • portare i libri in tribunale;
  • ristrutturare il proprio debito.

La prima scelta è la più dolorosa a cui nessun imprenditore vorrebbe mai arrivare. Si tratta, sostanzialmente, di dichiarare il fallimento della società con tutte le conseguenze ad esse annesse.

La seconda opportunità, invece, non è troppo conosciuta ma può essere considerato lo strumento principe per ridimensionare l’impegno debitorio, mantenere la possibilità di accesso al credito e proseguire l’attività imprenditoriale con lo scopo di riportarla in territorio positivo ed in grado di conseguire un profitto interessante.

Oggi noi ci occupiamo della ristrutturazione del debito nella sua valenza giuridica ed economica.

Con l’accortezza di precisare, comunque, che si tratta di un’opportunità riservata alle aziende, ma possibile anche per i privati che si trovassero in situazione di difficoltà.

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Ristrutturazione del debito

La ristrutturazione del debito è un accordo tra le parti che ha come oggetto la ridefinizione degli impegni debitori in ordine al valore complessivo e alle modalità di pagamento degli stessi.

Si tratta di un impegno tra privati regolato dall’’articolo 182 bis della Legge fallimentare 267/42 aggiornato ed implementato da una lunga serie di emendamenti successivi.

La disciplina giuridica, nel caso specifico, è piuttosto accomodante per quel che concerne la natura dell’accordo. Essa, infatti, non stabilisce confini perentori, ma lascia alle singoli parti la facoltà di contrattazione più ampia.

Pur essendo un negozio giuridico di natura privata, il suo perfezionamento necessita il rispetto di un iter burocratico che si conclude con l’omologazione presso il Tribunale competente territorialmente.

Quest’ultimo atto, nello specifico, conferisce all’intesa tra privati un’efficacia di legge nei confronti di terzi e rappresenta una soluzione spesso vincente per evitare il fallimento aziendale e l’estrema soluzione per risanare l’attività e riportarla ad essere produttiva.

Che significa ristrutturazione del debito?

La ristrutturazione del debito è una procedura che permette di rinegoziare la posizione debitoria complessiva di un privato o di un’azienda che, poiché in difficoltà economica, non è più in grado di ottemperare agli impegni assunti.

Possono accedere alla ristrutturazione del debito tutti gli enti pubblici ed imprese private che rientrano nei limiti dimensionali previsti dalla legge, ma, in senso lato, può essere applicato anche a privati che abbiano a trovarsi in condizione di incaglio o sofferenza bancaria.

La ristrutturazione del debito è un’opportunità di tutto rilievo i cui vantaggi principali sono:

  • benefici da natura economica sia per il debitore che per i creditori;
  • benefici di natura patrimoniale per il debitore;
  • benefici di natura imprenditoriale;
  • benefici in termini di rapidità di soluzione.

I vantaggi di natura economica sono evidenti. Ristrutturare i debiti permette al debitore di onorare (a condizioni e tempi diversi) un impegno economico che non è in grado di ripagare alle condizioni originarie, ma allo stesso tempo, è garantista nei confronti dei creditori che potranno, in tal modo, veder assolto un credito insperato.

La ristrutturazione del debito, quindi, è un’opportunità per il debitore che può evitare di essere aggredito giudizialmente per l’insolvenza maturata preservando il proprio patrimonio personale da azioni quali il pignoramento dei beni.

Dal punto di vista imprenditoriale, inoltre, la ristrutturazione debitoria è una vera e propria boccata d’ossigeno poiché permette all’impresa di accedere nuovamente al credito e di proseguire la propria attività con lo scopo di tornare a generare nuovamente profitto.

La ristrutturazione del debito, quindi, è lo strumento per non gettare alle ortiche il lavoro di una vita e per tornare a risalire la china ed una soluzione piuttosto rapida nonostante l’obbligo di omologazione dell’accordo in sede giudiziale.

Ristrutturazione del debito, come funziona?

Il primo step da superare per addivenire ad una ristrutturazione del debito è la redazione di una proposta dettagliata di rinegoziazione delle passività da parte dell’imprenditore in crisi.

Come viene stilata la bozza di accordo?

Il primo passo da compiere è l’indivuazione del totale degli obblighi a carico dell’impresa che si trova nell’impossibilità di onorare gli impegni presi.

L’esposizione debitoria oggetto del piano di rinegoziazione viene determinata sommando il valore di tutti i debiti ammissibili.

Tra questi sono compresi tutti i debiti di natura finanziaria (mutui, prestiti e leasing) contratti con istituti di credito e società finanziarie, i debiti erariali (verso l’Agenzia delle Entrate), quelli previdenziali (verso l’INPS) e quelli di natura commerciale (verso fornitori di beni o servizi).

Lo scopo principale della ristrutturazione del debito, come abbiamo già avuto modo di dire, è quello di elaborare un accordo tra le parti che possa aiutare l’impenditore ad onorare le proprie pendenze.

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Per rendere possibile il pagamento, l’accordo può prevedere:

  • una dilazione dei pagamenti (ipotesi percorribile soprattutto per quelli di natura fiscale e previdenziale);
  • trasferimento di attività di impresa ai creditori (in questo caso l’imprenditore deve procedere ad una revisione del bilancio che comporta uno storno dell’attivo e contestuale riduzione del debito fra le passività);
  • conversione di debiti in azioni (il creditore in questo modo diventa anche socio);
  • emissione di un prestito obbligazionario convertibile per finanziare il debito;
  • eventuale saldo e stralcio del debito.

Una volta redatta la proposta, l’impresa dovrà sottoporre il piano ai propri creditori che sono obbligati ad esprimersi in merito.

Se almeno il 60% degli aventi diritto esprimerà voto positivo in merito, l’imprenditore potrà chiedere al Tribunale competente l’omologazione dell’accordo che diverrà valido ai fini di legge.

Come viene calcolato il 60% degli aventi diritto?

Il calcolo percentuale non viene fatto su base numerica, ma considerando il totale dell’esposizione debitoria. Nel caso in cui l’accordo venga accettato da almeno il 60% dell’importo complessivo, quindi, si potrà procedere con la ristrutturazione del debito.

In teoria se vi fossero dieci creditori, ma uno di essi vantasse un credito pari al 60% del totale e fosse l’unico ad aderire alla proposta di rinegoziazione, la ristrutturazione potrebbe avere luogo anche se tutti gli altri non fossero d’accordo.

Gli eventuali creditori che non aderiscono alla proposta non perdono comunque il diritto maturato, ma non possono in ogni caso opporsi alla ristrutturazione del debito.

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Procedura di ristrutturazione del debito

L’iter procedurale si compone di quattro fasi distinte:

  1. Il debitore presenta domanda di accesso alla ristrutturazione del debito al Tribunale competente territorialmente. L’imprenditore potrà depositare l’accordo già approvato dal 60% dei suoi creditori oppure una proposta di accordo chiedendo al giudice la concessione di un termine entro il quale ottenere la soglia di approvazione prevista dalla legge. Il deposito di un pre accordo rappresenta il mezzo per guadagnare tempo bloccando le eventuali azioni giudiziarie a proprio carico.
  2. La proposta approvata e sottoscritta da almeno il 60% dei creditori viene depositata materialmente dal debitore.
  3. La terza fase è l’udienza di omologazione della proposta di ristrutturazione del debito. Il giudice, in questa occasione, avrà cura di verificare la regolarità formale della documentazione prodotta, la veridicità dei dati aziendali che sono il presupposto essenziale per accertare che il pagamento dei debiti sia possibile e la posizione residuale dei creditori che non avessero aderito all’accordo.
  4. Esecuzione dell’accordo sottoscritto ed omologato.

Poichè la ristrutturazione del debito viene sottoposta al vaglio della giustizia prima di diventare efficace a tutti gli effetti, è bene precisare che l’imprenditore dovrà usare cura, cautela, prudenza e precisione nel produrre la documentazione richiesta.

Per facilitare l’omologazione dell’accordo è necessario presentare una relazione asseverata sulle condizioni economico finanziarie del soggetto in crisi e sulle prospettive di ripresa futura. Tale documento è di primaria importanza per accertare che la ristrutturazione del debito sia effettivamente opportuna e possibile. Per questo motivo deve essere redatto da un professionista terzo autorizzato ed accreditato.

Anche la proposta di accordo non può essere elaborata con leggerezza. Essa, infatti, deve essere congrua e possibile ed è sempre consigliabile farsi assistere da un team di esperti nella sua redazione.

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Piano di ristrutturazione del debito

Un piano di ristrutturazione del debito rappresenta lo strumento attraverso il quale l’azienda in stato di insolvenza cerca di addivenire ad un risanamento della stessa attraverso la riduzione o la dilazione nel tempo delle proprie passività.

Un piano di ristrutturazione del debito, quindi, può essere elaborato seguendo due criteri principali:

  • la riduzione dei debiti in termini di valore assoluto (sino a ad arrivare, in taluni casi, anche all’azzerramento degli stessi attraverso il saldo e stralcio);
  • la dilazione delle passività nel tempo anche mediante un pagamento rateale.

Nel caso in cui lo stato di crisi aziendale perduri nel tempo, ma vi siano concrete possibilità di risanamento, la riduzione in termini assoluti del debito può essere vantaggioso anche per i creditori che possono aspirare a recuperare nel tempo quanto atteso.

I debiti nei confronti di Istituti di credito e società finanziarie possono essere soggetti a riduzione o addirittura ad azzeramento mentre gli obblighi nei confronti dell’Erario o dell’INPS possono essere facilmente dilazionati.

Accordo di ristrutturazione del debito

L’accordo di ristrutturazione del debito è un istituto di natura extra giudiziale. L’articolo 182 bis della Legge sul Fallimento prevede, in modo specifico, che l’azienda in situazione di crisi ed insolvenza possa porre in essere degli accordi di natura privata con i creditori che rappresentino almeno il 60% del totale delle passività.

L’accordo di ristrutturazione del debito poggia le proprie fondamenta su due pilastri essenziali:

  • un presupposto di natura oggettiva (lo stato di crisi economica e finanziaria dell’azienda e l’insolvenza della stessa);
  • un presupposto di natura soggettiva (l’imprenditore per poter accedere all’istituto deve essere fallibile e deve rientrare in alcuni limiti dimensionali imposti dalla legge).

L’imprenditore per poter accedere all’accordo, inoltre, deve possedere i requisiti per ricorrere all’amministrazione straordinaria o alla liquidazione coatta amministrativa.

L’accordo di ristrutturazione del debito può essere costituito da un unico contratto oppure da una pluralità di accordi privati con singoli creditori.

Il raggiungimento della soglia del 60% degli aderenti permette di ottenere l’omologazione dal giudice competente a cui farà seguito l’esecuzione materiale dello stesso.

Nonostante la disciplina giuridica non lo preveda in modo esplicito, l’accordo di ristrutturazione del debito viene solitamente monitorato durante il periodo di esecuzione da un soggetto terzo e, all’occorrenza, può essere modificato in relazione all’insorgere di nuovi elementi rendendo però necessaria una nuova omologazione.

Ristrutturazione del debito bancario

Un volta riconosciuto il momento di difficoltà, l’imprenditore può valutare l’opportunità di avviare un’operazione di ristrutturazione del debito che può essere più o meno articolata a seconda delle cause che hanno scatenato la fase di insolvenza.

In taluni casi, ad esempio, può è essere sufficiente un’analisi delle fonti di finanziamento in rapporto ai flussi di cassa e all’attivo per elaborare delle strategie di finanziamento maggiormente prudenti, ma al tempo stesso efficaci.

Nei casi non troppo complessi, inoltre, lo strumento di risanamento può anche essere unico: per esempio, un finanziamento a medio termine per consolidare i debiti a breve, oppure la cartolarizzazione dei crediti in modo tale da ottenere nuova liquidità dal mercato.

Nei casi più difficili, invece, è necessario ricorrere allo strumento giudiziale. Il piano di risanamento, in effetti, è la soluzione negoziale alla crisi che vuole evitare l’azione revocatoria e mira a premiare l’imprenditore che agisce rapidamente cercando di preservare la propria attività lavorativa.

ristrutturazione del debito bancario

Il piano di risanamento si basa su due elementi essenziali: il superamento della crisi ed riequilibrio finanziario dell’azienda.

L’accordo e la documentazione necessaria sono regolati dalle norme giuridiche. Per tale ragione è sempre consigliabile avvalersi dei servizi di professionisti del settore.

Di solito è possibile ristrutturare un debito bancario ottenendo una riduzione delle condizioni economiche applicate alle passività in stato di incaglio, negoziando una riduzione dell’importo (ad esempio stabilendo l’annullamento della quota interessi) oppure stabilendo una quota forfettaria di rimborso a saldo e stralcio.

Ristrutturazione del debito aziendale

Il debito aziendale è costituto da tutte quelle passività riconducibili ad obbligazioni nei confronti dei propri fornitori.

L’accordo di ristrutturazione del debito aziendale, di solito, prevede la cessione di alcune attività aziendali ai creditori a saldo delle posizioni in stato di insolvenza, la cessione di quote societarie agli aventi diritto che si trasformano da creditori a soci oppure l’emissione di un prestito convertibile che preveda l’impegno di convertire il debito in azioni a scadenze prefissate.

Ristrutturazione del debito fra privati

All’interno delle diverse procedure di ristrutturazione del debito quella fra privati è una delle più interessanti.

L’iter è quello consueto e di solito prevede uno stralcio delle posizioni debitorie a fronte di un saldo forfettario.

*La Società specifica che tutti i servizi sono offerti da Difesa Debitori Spa, o da aziende partner, che si riservano la preventiva valutazione di fattibilità della pratica, valutando l’analisi patrimoniale e reddituale del cliente in rapporto allo stato della procedura e rimanendo, in ogni caso, esclusa qualsivoglia garanzia di raggiungimento del risultato trattandosi di obbligazione di mezzi e non di risultato.

É espressamente concordato che qualsivoglia accordo di ristrutturazione del debito, transazione giudiziale o stragiudiziale, definizione dei rapporti a saldo e stralcio, eventualmente raggiunti dalla Società con i terzi creditori, direttamente o tramite professionisti delegati, saranno da quest’ultima puntualmente sottoposti all’attenzione ed al vaglio del cliente debitore e della società creditrice, cui è lasciata piena facoltà di aderirvi o meno.

A tal proposito, il cliente è informato che nell’ipotesi di definizione del debito a saldo e stralcio, egli sarà segnalato a sofferenza avanti la Centrale Rischi dell’ente creditore, relativamente alla quota di debito non pagato. Le informazioni della Centrale Rischi possono essere consultate dagli intermediari al massimo per il periodo relativo agli ultimi trentasei mesi, mentre il soggetto segnalato può accedere alle informazioni che lo riguardano senza alcun limite temporale.

La Società invita, prima di assumere qualsiasi decisione commerciale, a prendere visione delle condizioni generali e delle tariffe del servizio offerto, raggiungibili alla pagina www.difesadebitori.it. I casi sopra-citati sono solo alcuni esempi dell’attività svolta ma non costituiscono garanzia di raggiungimento del medesimo risultato per i casi futuri.

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