Stai cercando informazioni sugli ETF reit? Sei nel posto giusto!
In questa guida scoprirai cosa sono gli ETF reit, quali sono le loro principali caratteristiche, i vantaggi, quanto è possibile guadagnare con i reit ETF, quali scegliere e comprare e quali sono le migliori piattaforme da utilizzare per investire in ETF reit.
Di seguito trovi una tabella nella quale sono state messe a confronto le principali caratteristiche dei migliori broker per investire in reit ETF, qual è la nostra valutazione ed il link al sito ufficiale.
Investire in titoli e altri strumenti finanziari comporta sempre il rischio di una perdita di capitale
Il 67% dei conti degli investitori retail perde denaro negoziando CFD con questo fornitore.
Di seguito, invece, trovi una lista dei migliori siti dove comprare reit ETF:
*L’82% dei conti di investitori al dettagli perde denaro a causa delle negoziazioni con questo fornitore. Valuta se puoi permetterti di correre questo rischio elevato di perdere il Tuo denaro.
Gli ETF Reit prendono il nome dai Real Estate Investment Trust cioè i Trust di investimento immobiliare, molto più diffusi negli Stati Uniti che in Europa e di questi ne esistono due specie: i Trust azionari e i Trust di mutui.
Nei primi si effettua l’investimento immobiliare che viene diviso in quote, ognuna delle quali è rappresentativa di una percentuale dell’investimento totale, mentre nel secondo il fine è erogare mutui per l’acquisto di immobili da parte di terzi. In Italia i Trust in generale non hanno una normativa precisa e non esistono Trust immobiliari che possano avere una quotazione ufficiale.
Anche altri Paesi Europei sono restii ad introdurre questa forma di unione. Negli Stati Uniti, dove sono nati, hanno avuto un buono sviluppo iniziale, grazie alla differente tassazione rispetto ad altre forme societarie, squilibrio che è stato rettificato da leggi successive e che ha determinato la perdita di valore dei Trust allora disponibili.
Per questo motivo quelli che chiamiamo ETF Reit sono in realtà, più correttamente, ETF immobiliari, in quanto racchiudono varie forme che rappresentano il comparto immobiliare. Questo non vuol dire che sono rappresentativi del valore degli immobili ma quello in cui vanno ad investire sono sempre titoli quotati in borsa, azioni rappresentative di aziende che lavorano nell’immobiliare.
Quello a cui si mira di arrivare, di conseguenza, non rappresenta solo l’andamento del valore del mattone al metro quadro, ma degli introiti che derivano da ristrutturazioni e vendita dell’immobile, oppure da affitti che siano residenziali, turistici o di uffici. In questo modo, si ampliano le opportunità.
Inoltre, gli ETF per loro natura sono agganciati all’andamento di un comparto e non alla singola azienda che può entrare ed uscire dall’investimento a seconda delle evoluzioni. Questo perché gli ETF replicano l’andamento di un indice.
L’indice non è un’entità statica, ma rivede periodicamente la sua composizione in relazione alle caratteristiche che ha definito che possono essere di capitalizzazione del titolo, ma possono essere anche in funzione del dividendo che l’azione ha staccato o si prevede che staccherà.
In questo modo, seguendo le vicissitudini aziendali, un elemento può entrare o uscire oppure essere pesato in modo diverso rispetto al periodo precedente. Ci sono così meno sbalzi rispetto all’investimento nelle singole azioni.
Il settore immobiliare come inteso quando si va ad investire in ETF non ha la stessa valenza dell’investimento immobiliare tradizionale, cui siamo tanto legati in Italia. Si sta investendo sempre in azioni, che sono legate all’andamento dell’economia industriale. La domanda di immobili, in una certa misura, è più rigida rispetto ad altri comparti, ma di fronte a crisi gravi anche questo subisce una reazione abbastanza forte.
Questo riflette l’andamento di quello che è successo negli ultimi anni e recentemente: piccole crisi non hanno inficiato molto l’andamento dell’immobiliare, ma la forte crisi da Covid che ha portato alla chiusura di attività, ha avuto un forte impatto anche su questo settore, che soffre dei mancati pagamenti e della difficoltà a vendere gli immobili ristrutturati.
Gli ETF Reit si muovono secondo l’indice di riferimento anche se hanno una loro quotazione in Borsa. Infatti, come tutti gli ETF, iniziano la loro vita tramite un’emissione sul mercato primario da parte delle società di gestione per investitori che usualmente sono istituzionali.
Gli investitori privati, normalmente, andranno ad acquistare le quote di ETF che a loro interessano sul mercato secondario, che si svolge proprio in un segmento delle varie Borse ufficiali.
Qua il prezzo si forma dall’incontro di domanda ed offerta e può discostarsi in parte dalla quotazione dell’indice cui si fa riferimento, ma, solitamente riprende il passo con la stessa velocemente, poiché si creerebbe un segnale di acquisto o di vendita dello stesso ETF in caso di scostamento.
Di conseguenza, l’andamento di un ETF Reit si può equiparare all’oscillazione di un indice Reit e, in particolare, dell’indice preso come benchmark da quel particolare ETF. Il problema si sposta sull’indice e si possono avere diverse situazioni, poiché non tutti si comportano allo stesso modo.
Questo dipende dal modo in cui è costruito quello specifico indice. Se abbiamo un indice che prende in considerazione tutto il comparto immobiliare di un’area geografica più o meno estesa, questo sarà maggiormente soggetto ad oscillazioni di un indice che vuole isolare, all’interno del comparto le migliori società, identificandole in modi diversi uno dall’altro.
Un metodo è basarsi sulla grandezza, che, usualmente, si traduce con la capitalizzazione della società sul mercato, valore facilmente rintracciabile e qualificabile. Questo è lo spirito di tutti gli indici S&P500 che è ancora più severo di quanto descritto perché non prende a riferimento le più grandi società immobiliari, ma le società immobiliari che rientrano nello S&P500, quindi nelle 500 migliori aziende USA.
La differenza può sembrare sottile a prima vista ma è fondamentale quando si misura la stabilità e la profittabilità degli indici. Un altro modo è quello di guardare alle performance in termini di distribuzione degli utili per identificare le migliori aziende su cui basare l’indice.
Questa è una buon sistema soprattutto se la replica viene effettuata in modo fisico, poiché garantisce la possibilità di introiti regolari che possono tradursi in cedole distribuite dallo stesso ETF.
Investendo in un ETF Reit si hanno i vantaggi tipici di un acquisto in ETF e non solo. Con tutti gli ETF si ha una diversificazione implicita, poiché si segue l’andamento di un indice, che è composto da una molteplicità di titoli azionari presi secondo un determinato criterio e non scegliendoli uno ad uno.
Inoltre, i costi di acquisto sono molto più bassi della compravendita di tutti i titoli che sono inclusi nello stesso indice, poiché lo strumento che si compra è unico e le commissioni di acquisto vengono conteggiate per pacchetti omogenei di strumento.
Con gli ETF si dovrà far fronte alle spese di gestione che, a prima vista, non ci sarebbero se si acquistassero direttamente i titoli. In realtà, per seguire la composizione dell’indice, si dovrebbe eseguire in autonomia il lavoro di ribilanciamento che effettua il gestore e che, in pratica, si traduce in compravendite di titoli e, anche in questo caso, è più economico lasciar fare al gestore.
Attraverso gli ETF si può immettere un capitale basso e poter effettuare la diversificazione completa, cosa che non è detto sarebbe possibile acquistando le singole azioni.
Se il tuo intento è quello di investire nel mercato immobiliare, l’ETF non è l’unica possibilità che hai ma è sicuramente la più efficiente. Potresti pensare di acquistare un immobile e poi affittarlo, oppure ristrutturarlo e poi rivenderlo.
Se vuoi operare in questo modo occorre un capitale importante e, anche se è a tua disposizione, ti serve anche un know how per la scelta dell’immobile e per i lavori da eseguire su di esso. Oltre a questo occorre anche una certa quantità di lavoro.
Se queste non sono le tue intenzioni, potresti affidarti a terzi per svolgere le attività richieste, ma questo vorrebbe dire diminuire il tuo introito, poiché questi lavori vanno remunerati. Un’alternativa può essere quella di entrare in società, anche semplicemente acquistando azioni di una società immobiliare, scegliendola secondo le tue idee immobiliari o l’affidabilità dei suoi manager o i risultati passati.
In questo caso potresti anche arrivare a partecipare alle assemblee dei soci e alle sue votazioni. Se, però, vogliamo dare peso non ad altre questioni, ma solo ad un’opportunità di introito finanziario cercando di minimizzare i rischi, la strada dell’ETF è la diversificazione più completa e che non richiede alcun tuo intervento nella manutenzione.
Inoltre, se non ti è sufficiente la diversificazione di un solo ETF, puoi acquistare più ETF magari specializzati geograficamente e gestire gli andamenti delle aree geografiche entrando ed uscendo a seconda dei risultati ottenuti. Oggi, con l’impatto che ha avuto il coronavirus sulle economie mondiali, è un buon momento per entrare in questo investimento.
Trovare un ETF che investe sull’immobiliare non è difficile. Il comparto della compravendita delle costruzioni è sempre stato importante in tutte le economie. In Italia il mattone è sempre stato un investimento benvoluto e oggi c’è la possibilità di entrare nel comparto semplicemente con un click dalla propria piattaforma di trading.
Come succede per gli altri comparti in cui si può investire, anche l’immobiliare vive momenti diversi, in condizioni normali, a seconda dell’andamento economico generale di una data area geografica. Per questo è opportuno allargare i propri orizzonti e guardare la situazione in giro per il mondo. Qua di seguito i migliori ETF divisi per macrozona.
Questo ETF investe in Europa senza includere la Gran Bretagna. Lo puoi trovare agevolmente cercando l’Isin IE00BSJCQV56 con il quale è compravenduto anche alla Borsa Italiana. Il suo scopo è quello di replicare l’indice FTSE EPRA/NAREIT Developed Europe ex UK Index, che rappresenta l’andamento delle azioni del comparto immobiliare.
È uno degli indici studiati in questo senso da FTSE Russel in cui vengono individuate le attività di possesso, compravendita e sviluppo di immobili che producono reddito. Vengono conteggiati i movimenti in azioni di società che operano nel comparto immobiliare e dei Trust con lo stesso scopo (REIT).
Le scelte sulle azioni e sul loro peso vengono effettuate al fine che il fondo sia proficuo, liquido pesandole secondo regole che attengono alla capitalizzazione di mercato delle società. La composizione dell’indice viene bilanciata trimestralmente a marzo, giugno, settembre e dicembre.
Esaminando la composizione attuale, si vede come poco meno della metà sia investito in Germania, seguito con un 16% della Svezia con i quali si raggiunge e si supera già la metà del fondo. L’ETF ha reso in media negli ultimi tre anni il 3% mentre da inizio anno sta perdendo il 16%.
Le commissioni di gestione che richiede l’ETF sono lo 0,30% mentre la sua volatilità è circa il 18%. Una buona soluzione per investire su questo comparto evitando quasi totalmente il rischio cambio. Il momento può essere propizio in attesa che vengano distribuiti i contributi della comunità europea per il coronavirus.
Spostandosi verso gli Stati Uniti, dove, si sa, il mercato immobiliare è molto attivo, si può trovare questo ottimo fondo della Invesco che puoi trovare in Borsa Italiana con l’Isin IE00BYM8JD58. Il fondo mira a duplicare l’andamento dell’indice S&P Select Sector Capped 20% Financial Services Total Return (Net) Index.
Questo include le aziende del comparto immobiliare che sono comprese nel S&P500 che vengono pesate secondo la loro capitalizzazione e in modo che nessun titolo possa pesare più del 19% del fondo. La serie storica di questo fondo inizia nel 2017, ma in realtà è perché ha cambiato la sua denominazione in questo anno.
In precedenza, gli ETF di Invesco si chiamavano Source e questo, in particolare era Source Real Estate S&P US Select Sector UCITS ETF. Il fondo è ad accumulazione e la replica che utilizza è quella sintetica, seguendo così automaticamente i ribilanciamenti dell’indice che avvengono su base trimestrale a marzo, giugno, settembre e dicembre.
Il fondo ha una volatilità simile a quella europea aggirandosi attorno al 17% contro un rendimento medio negli ultimi tre anni pari al 7,6%. Da inizio anno sta perdendo il 10%. Può essere una buona opportunità per inserire nel portafoglio un investimento immobiliare di qualità grazie alla garanzia della presenza delle società nello S&P500, quindi tra le più proficue a livello americano.
La commissione annuale è pari allo 0,14%. Il fondo è quotato in Dollari Americani, esponendo l’investitore al rischio di cambio, ricordando che si potrebbe anche avvantaggiare da questo.
Per quanto riguarda il mercato immobiliare asiatico il meglio è questo fondo che puoi cercare anche tra i listini di Borsa Italiana con l’Isin IE00B1FZS244. Il fondo mira a replicare l’indice FTSE EPRA/NAREIT Developed Asia Dividend+ Index investendo fisicamente nei titoli inclusi nell’indice.
La selezione di questo indice va a prendere le società immobiliari e i REIT, che sono quotate nei Paesi sviluppati dell’Asia la cui previsione del P/E (Price/Earning) sia superiore al 2%, ponderando la partecipazione ai singoli titoli in base alla capitalizzazione del flottante.
La metà degli investimenti si esaurisce, almeno al momento attuale, con Giappone e Hong Kong. Il rendimento medio a tre anni è di circa 1,5% contro una volatilità del 16%. Da inizio anno sta perdendo il 21%, cosa che dimostra come non sia nemmeno iniziata la ripresa post Covid. Le commissioni di gestione sono dello 0,59%.
La società di gestione dell’ETF ribilancia trimestralmente la composizione del fondo seguendo la nuova composizione dell’indice. Il fondo, ancorché quotato in euro, investe in altre valute originariamente che espongono l’investitore al rischio cambio.
Altro segmento geografico più ristretto è quello della Svizzera che ha delle caratteristiche così uniche sia per la presenza di una moneta diversa che per il tessuto economico di questa nazione, che merita un trattamento a se stante. Questo fondo mira a replicare l’andamento dell’indice SXI Real Estate® Funds Broad.
Questo indice comprende imprese immobiliari quotate sul mercato svizzero e che abbiano almeno il 75% dei loro asset in territorio svizzero. La replica avviene in modo passivo e il gestore è una delle più importante banche svizzere, UBS. Le spese di gestione annuali sono lo 0,45% da sommare alle spese correnti pari all’1,10%. Da ricordare che il fondo è quotato in Franchi Svizzeri, esponendo l’investitore al rischio di cambio.
Il blog ideale per chi vuole accrescere la propria cultura finanziaria ed investire al meglio i propri risparmi