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Investire in Start Up: Perché, Come Funziona e Migliori Piattaforme

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Stai cercando informazioni su come investire in start up? Allora sei nel posto giusto!

In questa guida scopriremo nel dettaglio come fare per investire in una start up innovativa, quali sono i vantaggi e gli svantaggi e alcuni suggerimenti per avere successo.

Di seguito trovi una tabella con le migliori piattaforme per investire in start up del 2022, le loro caratteristiche e il link al sito ufficiale.

migliori piattaforme per investire in start up

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Il mondo degli investimenti è in continua evoluzione e il mercato si sta diversificando in modo molto interessante, se guardiamo a quei canali che consentono di attrarre profitti e, allo stesso tempo, incentivare la nascita di nuove realtà che possano avere un impatto positivo sul mondo del lavoro e sulla società tutta.

Le start up innovative sono certamente una realtà importante di questa concezione, che potremmo definire “etica” della finanza, e l’investimento in start up è molto sostenuto, recentemente, dalle politiche industriali italiane, che incentivano, con agevolazioni fiscali importanti, questa fetta di mercato.

Come investire in una start up innovativa

Per prima cosa dobbiamo sapere cosa si intende per “start up innovativa”.

Una start up è un’impresa emergente che assume una forma temporanea e che si propone di diventare un business model scalabile e ripetibile da più aziende: opera nel settore della ricerca e dell’innovazione e il suo potenziale è quello di espandersi molto velocemente, se presenta soluzioni nuove che prima non esistevano.

Ecco perché la prima caratteristica da considerare, quando si sceglie di investire in start up innovative, è il reale potenziale di essere inglobate in realtà aziendali di alto livello, come le multinazionali quotate in borsa: a quel punto i guadagni potranno essere davvero consistenti.

Ci sono diversi modi per investire in una start up:

Acquisto capitale sociale

È lo stesso metodo che si utilizza con gli altri investimenti: si diventa soci della start up, acquistandone parte del capitale sociale.

Business Angel

In questo caso si diventa soci, come nel primo esempio, ma si collabora attivamente. L’investitore, “angelo del business”, decide quindi di investire il suo know-how e la sua rete di contatti, oltre al semplice capitale, diventando parte a tutti gli effetti di quella realtà.

Crowdfunding

Il termine crowdfunding significa che più persone decidono di investire somme di denaro, anche modeste, per finanziare un progetto imprenditoriale su piattaforme dedicate e monitorate dagli organi preposti al controllo, come Consob. Di conseguenza, gli investitori ricevono i compensi dei profitti di quella start up.

Parliamo poi di “equity-based crowdfunding” quando all’investimento online corrisponde l’acquisto di veri e propri “titoli”: in questo modo si avrà un guadagno derivante dai diritti patrimoniali e amministrativi dell’impresa.

Il crowdfunding in generale è il metodo più utilizzato per investire in start up innovative e più avanti lo approfondiremo nel dettaglio.

investire in start up innovative

Detrazioni investimenti in start up

Il motivo per cui è diventato così interessante questo tipo di investimento è la spinta che ha ricevuto grazie al Governo Conte II, con il Decreto Rilancio del Maggio 2020. La manovra è tesa a spronare i piccoli risparmiatori nel far ripartire il mercato finanziario su basi innovative ed etiche.

Nel decreto si prevede quindi un regime fiscale agevolato, con una detrazione del 50% per chi investe in start up. Precedentemente la percentuale era del 30%, su importi fino a 1 milione di euro, ma con questo aumento, su un tetto massimo di investimento di 100.000 euro, l’anno successivo si avrà un accredito di 50.000 euro.

L’importo detraibile non potrà superare, per ciascun periodo d’imposta, i 100.000 euro, e per beneficiare della detrazione dovrete investire le stesse cifre per almeno tre anni.

Questa misura può decadere se si verificano le seguenti condizioni:

  • la cessione dei titoli e delle partecipazioni
  • la riduzione del capitale investito
  • l’esclusione, per qualunque motivo, effettuato dalla start up stessa
  • il venir meno dei requisiti previsti dalla legge della start up nella quale si è investito

Agevolazioni fiscali per chi investe in start up innovative

Per ottenere il beneficio delle detrazioni, è necessario presentare domanda tramite l’apposita piattaforma telematica messa a disposizione dal Ministero dello Sviluppo Economico.

Per gli investimenti effettuati nel 2020 e per i primi mesi di questo 2021, l’istanza andava presentata entro il 30 Aprile.

Nella richiesta è necessario indicare i requisiti della start up per la quale si è investito e l’ammontare dell’investimento.

L’investitore, persona fisica o legale rappresentante della società, dovrà dichiarare inoltre di non avere in corso procedimenti giudiziari, amministrativi o penali, e, nel caso di società, di non essere in procedura di liquidazione o fallimento.

Si accede alla piattaforma tramite SPID e, una volta compilate le parti richieste, il sistema genererà un PDF che dovrà essere stampato, firmato dal richiedente e ricaricato sul portale per essere istruito. A quel punto, lo stato della domanda indicherà il termine “istruttoria”.

Per sapere se è stata accolta, sarà necessario verificare che lo stato della richiesta sia passato da “istruttoria” a “finalizzata“: soltanto le richieste finalizzate potranno essere considerate meritevoli di erogazione della detrazione.

Fondi che investono in start up

Oltre agli investitori che abbiamo menzionato, fra privati e società, esistono dei fondi che sostengono queste imprese innovative a livello nazionale e internazionale.

Questo aspetto è un’ulteriore garanzia per chi desidera approcciarsi a questo mercato, che certamente comporta alti percentuali di rischio, ma allo stesso tempo può generare profitti notevoli.

Innanzitutto è lo Stato a incentivare le start up con finanziamenti, interamente o parzialmente a fondo perduto, con garanzie sul credito, interventi a favore dell’imprenditoria femminile e giovanile.

Queste agevolazioni vengono erogate attraverso veri e propri programmi di sostegno promossi dal Ministero per lo Sviluppo Economico nelle seguenti forme:

Smart&Start Italia di Invitalia

Promuove un fondo di 200.000 euro per le start up che presenteranno business plan e dimostreranno di possedere requisiti di alto carattere innovativo tecnologico.

Sono finanziabili progetti che prevedano una spesa compresa fra i 100.000 e 1,5 milioni di euro nelle modalità seguenti:

  • finanziamento a tasso zero, per il 70% dell’investimento totale, che può salire fino all’80% se la start up è costituita da giovani sotto i 35 anni, oppure da donne e se è presente un dottore di ricerca che risieda all’estero e che è intenzionato a rientrare nel nostro Paese
  • Per alcune regioni del sud Italia, il Piano Sud prevede mutui a fondo perduto che coprono il 20% degli investimenti

Associazione Italiana Start Up

È la fusione di due aziende associate: la Warrent Hub e la InnovUP che sostengono e promuovono le start up su tutto il territorio nazionale, con la possibilità di accedere a bandi indicati sul portale, proposti a livello regionale.

Fondi Europei

L’Unione Europea finanzia le start up tramite fondi diretti e indiretti, ovvero alcuni sono gestiti direttamente dall’Unione, per progetti legati a bandi proposti della Commissione, altri vengono erogati ai singoli Paesi che li gestiranno secondo la loro struttura.

investire in una start up

Quanto si può guadagnare investendo in una start up

Se state pensando di investire in una start up innovativa, dovete considerare che si tratta di un investimento ad alto rischio e allo stesso tempo ad alto potenziale di remunerazione.

Per questo motivo, è necessario effettuare una valutazione preliminare che si differenzia da altri settori.

Per esempio, non è assolutamente detto che una start up dal capitale consistente possa avere successo e diventare una realtà imprenditoriale solida.

Esistono addirittura aziende che faticano a sostenere i costi, dopo un anno di attività, mentre ci sono realtà che partono da investimenti esigui, ma che, per il loro esplosivo carattere innovativo, macinano migliaia di euro dopo poco tempo.

In conclusione la risposta a questa domanda è: da zero a infinito!

Investire in start up americane

Il mercato statunitense è decisamente il miglior terreno al mondo per il proliferare di start up innovative.

Conosciamo tutti il potenziale delle piccole realtà della Silicon Valley, nate nei garage di grandi menti, che in poco tempo sono diventate realtà multimilionarie. Immaginate coloro che hanno avuto la lungimiranza di investire su Jeff Bezos e Bill Gates, quando ancora erano alle prime armi. Potrebbe capitare la stessa cosa a voi, scegliendo la start up giusta.

Le stesse Uber, Spotify e Lyft nascono come start up e solo recentemente si sono trasformate in società pubbliche quotate a Wall Street.

Attualmente i settori sono eterogenei: si va dall’alta tecnologia alla mobilità, dalla logistica fino al mercato immobiliare. Le più famose sono: The We Company, Airbnb, Magic Leap, Rivian e molte altre.

Una modalità semplice per poter investire in start up statunitensi è affidarsi a un sito di social trading e brokeraggio come ce ne sono diversi sul web. Assicuratevi che siano autorizzati dai nostri organi di controllo e avrete un panorama vastissimo di società che aspettano di essere sostenute.

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Investire in start up conviene

Abbiamo visto che i punti a favore per questo tipo di investimento sono molti, sia dal punto di vista fiscale, sia per i possibili infiniti guadagni che si possono ottenere.

Naturalmente dovrete considerare sempre che si tratta di un investimento ad alto rischio e come tutti gli investimenti di questo tipo, ci sono onori e oneri.

C’è un aspetto molto importante però che differenzia l’investire in start up piuttosto che in aziende già consolidate.

Il mercato si rinnova, si realizzano nuove figure professionali, nuovi posti di lavoro e, dal punto di vista sociale, si creano le condizioni per un mondo più equo e più efficiente, dando a giovani di talento la possibilità di esprimersi e realizzare innovazione e soluzioni a problemi che fino a quel momento erano senza risorse.

Ecco perché sostenere queste nuove realtà conviene: è un beneficio di cui gode tutta la collettività e il sistema finanziario stesso, oltre ovviamente alla possibilità di consentire, a chi investe, di guadagnare in modo significativo.

Investire in start up: detrazioni

Abbiamo spiegato come le detrazioni per investire in start up innovative siano del 50% sul capitale investito. Tuttavia è importante farsi seguire da un professionista affinché ci siano le condizioni utili per usufruirne.

Il paradosso attuale è che ci sono delle start up che non consentono di beneficiare di questa normativa e non solo: l’investitore, oltre ad assicurarsi di poterne godere, dovrà anche verificare che il capitale della società prescelta abbia un plafond sufficiente a sostenere il regime di 200.000 euro, previsti nel triennio a disposizione.

In questa fase IBAN sta avviando un dialogo col Ministero dello Sviluppo Economico per cambiare l’attuale quadro normativo, affinché sia l’investitore a scegliere di detrarre il 50% del suo investimento e non la società che lo riceve.

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Investire in start up: guadagni

Dovete sapere che non vedrete subito i frutti del vostro investimento.

All’inizio ci saranno delle ricompense, ma il vero guadagno si ha quando la start up viene assorbita da una grande azienda: è a questo punto che si vedono i soldi veri.

Pertanto, dovrete avere fiuto o farvi consigliare da esperti del settore (anche dalla vostra banca), per identificare le potenzialità di ogni singola giovane realtà.

Investire in start up: opinioni

Per poter valutare bene una start up, è necessario considerare il ROI, “return of investment”, il ritorno dell’investimento. Questo parametro si ottiene innanzitutto verificando l’originale business plan della start up che, se veritiero, consente di avere dati piuttosto certi.

Inoltre è consigliato verificare le clausole di Liquidation Preference, ovvero quanto l’investitore riesce a ricuperare del suo capitale, in caso di uscita dall’investimento.

Questi indicatori sono importanti per avere un’opinione formata e consapevole della start up che si andrà a finanziare e soprattutto non riserverà sorprese, dato il rischio elevato di questo tipo di operazioni.

Come funziona investire in una start up

Ci sono diversi step da prendere in considerazione per investire in start up innovative.

  1. Per prima cosa, decidere il capitale da investire: può sembrare banale, ma trattandosi di investimenti senza certezze assolute, è necessario sapere quanto, di ciò che rientra nelle vostre disponibilità, possiate dedicare a un investimento del genere
  2. Iscriversi a una piattaforma di “equity crowdfunding”, oppure a un sito di brokeraggio per le start up straniere e verificare che siano tutte autorizzate da Consob
  3. Valutare le proposte delle aziende in basi ai criteri che abbiamo citato
  4. Verificare la propria idoneità all’investimento: le piattaforme consentono di effettuare questo tipo di valutazione, affinché l’investitore possa essere pienamente consapevole di qual è la sua reale solvibilità

Conviene investire in una start up

Se ancora non vi è chiaro quali sono i motivi per cui conviene investire in una start up, li riassumiamo di seguito:

  • È un modo per diversificare i vostri investimenti
  • Il guadagno può essere notevole se si trova la giusta start up
  • Si contribuisce al rinnovamento del mercato
  • Le detrazioni fiscali sono molto convenienti

Cosa significa investire in start up

Investire in start up significa, quindi, sostenere l’economia reale. Per troppo tempo il mercato finanziario è stato soffocato dalla mera speculazione, senza nessun vantaggio per la creazione di valore.

Finalmente, grazie a questi innovatori, il capitalismo assume un volto diverso, orientato verso un miglioramento che avvantaggia tutti: dall’investitore stesso all’intera società.

come investire in una start up

Crowdfunding per investire in start up

Quando parliamo di crowdfunding, intendiamo letteralmente una raccolta fondi. Dovremo distinguere quindi quali piattaforme prevedono l’acquisto di titoli, quali si occupano di inserire l’investitore come socio o business angel.

Nel prossimo paragrafo conosceremo alcune fra le piattaforme riconosciute più famose.

Dove investire in start up

Di seguito alcune delle piattaforme per investire in start up più famose:

  • Kickstarter
  • MamaCrowd
  • StarsUp
  • Angel list
  • Housers

In quale start up investire

Naturalmente la scelta spetta a voi: in questa guida vi abbiamo suggerito quelli che sono i criteri per ridurre al minimo il rischio del vostro investimento, dopodiché il campo d’azione potrà essere il settore che preferite, dalla musica al mercato immobiliare.

Soltanto una caratteristica in particolare dovrete tenere bene a mente: l’innovazione e la potenzialità di espansione della start up che andrete a considerare, che potranno essere oltre ogni vostra rosea aspettativa.

Oltre a questo parametro non ci sono davvero limiti, soprattutto al vostro guadagno!

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