Stai cercando informazioni sugli ETF sul Vix? Sei nel posto giusto!
In questa guida scoprirai cosa sono gli ETF Vix, quali sono le loro principali caratteristiche, i vantaggi, quanto è possibile guadagnare con gli ETF sul Vix, quali scegliere e comprare e quali sono le migliori piattaforme da utilizzare per investire in ETF Vix.
Di seguito trovi una tabella nella quale sono state messe a confronto le principali caratteristiche dei migliori broker per investire in ETF Vix, qual è la nostra valutazione ed il link al sito ufficiale.
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Di seguito, invece, trovi una lista dei migliori siti dove comprare ETF Vix:
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Per capire gli ETF sul Vix, bisogna prima capire che cos’è il Vix. Questo è un indice che viene misurato quotidianamente alla borsa americana e viene spesso definito come indice di volatilità. Questo è parzialmente vero. Più esatto sarebbe dire che questo è l’indice del sentiment della volatilità dei futuri 30 giorni.
Il suo valore infatti, non deriva da un calcolo della volatilità sulle azioni misurato su base giornaliera, ma il suo calcolo deriva dalla volatilità delle opzioni put e call sui titoli azionari contenuti nello S&P500 dei 30 giorni successivi. Questo vuol dire che si basa sulla percezione del mercato, che si traduce nel prezzo delle opzioni. Per questo motivo, giustamente, è spesso definito l’indice della paura.
Chiarito questo punto è altrettanto evidente che un ETF che replica l’andamento del Vix può farlo solo in forma sintetica, per il semplice motivo che non esiste nulla di fisico da acquistare. Al massimo si potrebbero acquistare e vendere i futures che fanno riferimento a questo indice.
Come avrai notato dall’esposizione degli ETF, in realtà non esiste nessun ETF che cerca di replicare l’andamento del Vix, ma tutti fanno riferimento ai futures sui Vix. Questo rende le cose più semplici, poiché vengono quotati di continuo, mentre il Vix, come indice, ha un valore giornaliero e basta. Ovviamente, esaminando l’andamento delle opzioni azionarie si può in parte prevedere in qualche modo il loro andamento.
Se ti soffermi a guardare il grafico del Vix, ti accorgerai che i suoi punti di massimo coincidono con le turbolenze del mercato, vale a dire dei suoi crolli. Questi sono i momenti in cui c’è il rialzo. Per questo, in un certo senso, il Vix può essere un investimento protettivo, ma, per giovare della protezione bisogna essere rapidi a venderlo, perché quando torna la calma si riappiattisce, mentre il tuo investimento azionario ci può mettere un po’ di più a riprendersi.
Si tratta di un indicatore molto importante, su cui si basano molte analisi azionarie, sia quando si comincia ad alzare che quando rallenta eccessivamente il suo andamento. Ci sono algoritmi per le decisioni di compravendita che si basano proprio sul Vix e che, anzi, hanno prodotto un crollo di mercato quando, forse, non ci sarebbe stato. Sicuramente lo hanno enfatizzato. Non era tanto tempo fa, precisamente l’inizio del 2018, quando i valori del Vix erano rallentati molto.
Questi algoritmi avevano stabilito dei limiti di guardia sotto i quali si presumeva che ci dovesse essere un’inversione di tendenza violenta. Per questo gli investitori hanno cominciato a vendere molte posizioni azionarie, facendo realizzare il crollo che avevano predetto. La correzione è servita solamente a chi ha agito per tempo o magari anche per caso e ha potuto approfittare della differenza di prezzo.
Gli ETF Vix non fanno riferimento al Vix ma ad indici che a loro volta si riferiscono ai Vix. Già normalmente esiste una certa differenza tra indice sottostante ed ETF. Qua siamo di fronte ad un doppio passaggio, di un elemento che non si può replicare fisicamente.
Va da sé che l’andamento dell’ETF non può rispecchiare pienamente quello che è l’andamento dell’indice. Questione comune a molti ETF, che sono soggetti alla quotazione del mercato e non sono un mero calcolo matematico di quello in cui hanno investito.
A quanto detto si può sommare anche l’effetto di una scarsa liquidità, ma è un dato di fatto che, in questo ambito, anche la grande diffusione delle quote non è garanzia di una quotazione vicina a quella del sottostante. Esaminando ogni ETF sul Vix si vede come gli andamenti non si assomiglino tra di loro e non assomigliano nemmeno a quello del Vix.
Il Vix può essere uno strumento interessante da detenere per due motivi. Il primo è come asset correlato negativamente alle azioni che puoi avere in portafoglio. La correlazione inversa è piuttosto precisa per quanto riguarda le azioni americane, ma c’è una relazione anche con quelle del resto del mondo, visto che quella statunitense è l’economia trascinante.
Il secondo motivo è proprio quello di seguirlo, anche senza investire su di esso, per prendere le decisioni sugli altri investimenti che si vogliono porre in essere. Sembrerebbe quindi una buona idea investire sul Vix, ma direttamente questo non è possibile. Si può avere accesso a CFD e futures sul Vix, ma anche questi non lo rappresentano in modo compiuto.
Questi sono strumenti derivati che hanno la caratteristica di avere una forte leva e di operare con i margini di garanzia. Per questo, non è possibile, in caso di ribasso, aspettare tempi migliori senza andare ad integrare il margine con denaro fresco. Per questo spesso gli investitori privati cercano di seguire i Vix attraverso gli ETF.
Questi riescono a cogliere l’andamento dell’indice in una misura che va dal 25 al 50%, se fanno riferimento a futures a breve termine, e con percentuali ancora inferiori in caso si guardi a scadenze più lunghe. Inoltre, gli ETF sul Vix tendono a perdere di valore sul lungo periodo a causa della curva naturale del rolling dei futures.
Perdendo di valore, c’è meno denaro da investire sui futures più a lungo termine, che sono maggiormente valutati, e si comprerà una minore quantità dello stesso. Il risultato non può che essere negativo. Tutto questo non deve spaventare ma deve solamente creare consapevolezza. Può, infatti, essere un investimento interessante dopo un periodo di tranquillità e con un atteggiamento mordi e fuggi.
Gli ETF sul Vix, nel comportamento medio degli investitori che li utilizzano, vengono detenuti per pochi giorni e anche per un solo giorno. In un periodo così breve hanno maggiori possibilità di rispecchiare l’andamento e soffrono meno degli effetti del passaggio da un future ad un altro.
Si tratta probabilmente del miglior ETF per gli investimenti di breve periodo e si può notare come anche questi abbiano supporti e resistenze ben identificati, cosa che aiuta ad indirizzare l’investitore sul livello di ingresso e di uscita.
Ancora più difficile è trattare gli ETF short sul Vix, che possono avere crolli devastanti in un giorno, da cui si risollevano molto lentamente. Effettivamente non se ne trovano facilmente e, se si può essere tentati dopo un crollo del mercato, sarà meglio accontentarsi di un rendimento scarso.
Ottenere un’esposizione al Vix senza dover acquistare derivati e pensare al versamento di margini impone una scelta ridotta sullo strumento da acquistare. L’ETF, in questo senso, ha il grande vantaggio di essere facilmente negoziabile e di non avere necessità di integrazioni di margini di garanzia. Così puoi essere certo di limitare l’eventuale perdita di quello che è il tuo investimento.
Gli ETF sul Vix sono particolarmente liquidi grazie alla loro caratteristica di essere più adatti all’investimento di breve periodo. Questo implica che ci sono più movimenti sul mercato, cosa che rende più facile trovare una controparte con cui effettuare lo scambio.
Avere in portafoglio del Vix ti rende maggiormente consapevole di quello che accade sul mercato. Occorre movimentare sempre comprando e vendendo, possibilmente nei momenti migliori, senza farsi prendere dalla frenesia. Occorre ricordare che è un indicatore di una parte emozionale del mercato e non strutturale. Per questo bisogna essere ancora più ferrei e senza paura. Anche le emozioni vengono governate da alti e bassi come il mercato e non possono andare sempre nella stessa direzione.
Quando si crea un portafoglio, solitamente questo viene suddiviso tra investimento di lungo e di breve periodo, in modo da equilibrare le cose ed avere a disposizione qualche soldo che si può estrarre facilmente, in caso di necessità. Parte dell’investimento di breve periodo, considerando un portafoglio fatto solo di ETF, può essere composto dal Vix, almeno a fasi alterne.
Anche la parte azionaria, in realtà, può essere composta da ETF e per un’ottima correlazione negativa, l’ideale dovrebbe essere lo S&P500. In teoria si dovrebbe uscire da uno ed entrare nell’altro, ma la questione non è così automatica, soprattutto trattandosi di ETF e non del Vix vero e proprio.
Bisogna tenere in considerazione sempre questo fattore perché altrimenti ci si può far fuorviare facilmente verso un facile ragionamento fatto a tavolino, in teoria giusto, ma che può provocare ingenti danni al tuo portafoglio.
I primi due ETF che ti ho presentato all’inizio sono quelli maggiormente trattati in Unione Europea. Avrai visto che non sono troppo brillanti e non c’è paragone con l’ultimo quotato alla Borsa americana. Questo, infatti, viene utilizzato spesso con durata molto ridotta ed è particolarmente tradato. L’oggetto della volatilità, d’altra parte, è lo S&P500 e, quindi può essere integrato facilmente in grandi portafogli per operazioni intraday, per mettersi al riparo da eventuali tracolli improvvisi.
Questi soggetti, sicuramente, potrebbero investire con maggior precisione in future, ma gli ETF sono sicuramente un po’ più lenti a reagire al mercato. Per questo, possono dare il tempo all’investitore di decidere se rimanere nel mercato o uscire e, probabilmente, subire minori perdite in caso di rialzo dell’indice azionario americano.
Questa strategia può essere replicata per investimenti anche tutti in ETF da un piccolo investitore, che, a seconda del suo pensiero e dell’andamento del mercato, può decidere di investire su Vix e S&P500 contemporaneamente, optando eventualmente per un prodotto a leva sul secondo, che ha una risposta sicuramente più stabile del primo.
A fine serata occorre liberarsi di entrambi e ripartire il pomeriggio successivo (parlando in ora italiana) con le nuove quotazioni. Questa è una tecnica che viene consigliata spesso per chi vuole fare trading di breve periodo o a margine. Per evitare situazioni incontrollabili, meglio non andare a dormire con i titoli in pancia.
Tornando all’ETF I-path contrattato negli Stati Uniti, potrebbe essere questo il momento giusto per entrare, visto che ha avuto una correzione negli ultimi tempi. I consigli che si leggono in rete, sono dovuti alla considerazione della vicinanza delle elezioni americane, che quasi sicuramente provocheranno almeno un po’ di volatilità.
Il momento in cui fare l’ingresso è però cruciale perché non è stabilita la data da cui inizierà il movimento sul Vix. Se il ragionamento ti convince, ti resta solo decidere quanto denaro vuoi investire su questa strategia.
L’indice Vix è un indice molto interessante perché va a misurare la volatilità del mercato americano. Si tratta di un indicatore molto particolare che serve anche per aiutare gli analisti ad effettuare le previsioni sul mercato USA.
Prima di approfondire l’argomento, vediamo quali ETF hanno tentato di emulare il suo andamento.
Questo ETF mira a replicare l’andamento dell’indice S&P 500 VIX Futures Enhanced Roll e lo si può trovare contrattato presso la Borsa Italiana con Isin LU0832435464. L’indice salta dai futures sul Vix a breve termine a quelli più a medio lungo termine in modo dinamico per formare l’andamento del Vix nel tempo.
Il portafoglio di Vix a breve termine è rappresentato dall’indice S&P 500 VIX Short-Term Futures Index mentre il portafoglio di medio e lungo termine è composto dai future a 4, 5 e 6 mesi sul Vix. L’allocazione è valutata quotidianamente, anche se non viene rimaneggiato ogni giorno.
La replica dell’indice viene ottenuta tramite un contratto swap con il quale il rendimento del portafoglio del fondo, che può contenere azioni internazionali, viene scambiato con l’andamento del Vix con una controparte qualificata.
Il fondo, partito nel 2012, ha avuto un rendimento medio negli ultimi tre anni pari al 23,92% contro una volatilità del 65,33%. Più in particolare, allargando la visuale agli ultimi cinque anni, questo ETF sul Vix ha perso il 33,3% nel 2016, ha perso il 64,1% nel 2017, ha guadagnato il 33,5% nel 2018, ha perso il 36,4% nel 2019 e da inizio anno sta guadagnando l’83,7%. Le commissioni di gestione annue sono pari allo 0,60%.
Questo ETF emesso da Wisdom Tree e che puoi trovare alla Borsa di Milano con Isin IE00BYTYHQ58. Come si vede si tratta di un fondo a leva che si basa sull’indice S&P 500 VIX Short-Term Futures Index. L’indice misura la performance di una posizione long su contratti future sul Vix con scadenza di uno o due mesi.
La replica dell’indice per il moltiplicatore viene ottenuta tramite uno swap per il quale l’emittente mette a garanzia un collaterale che viene conservato presso una banca depositaria. Il fondo, partito nel 2016, negli ultimi tre anni ha avuto un risultato del -24,54% con una volatilità del 180,62%.
Guardando gli ultimi quattro anni, quindi dalla sua nascita, l’ETF ha perso nel 2017 il 96,2%, nel 2018 l’8,3%, nel 2019 il 95,6% e da inizio anno sta facendo -16,3%. Le commissioni annue trattenute sono pari allo 0,99%.
Questo ETF emesso dalla società di Barclays è contrattato alla Borsa di New York con Isin US06746L4225. Si tratta di un prodotto non a leva che mira a replicare l’indice S&P 500® VIX Short-Term FuturesTM Index Total Return. Questo riproduce la performance dei future sul Vix a uno e due mesi.
Non c’è una replica vera e propria, ma solo un’obbligazione di Barclays di rimborsare le quote dietro richiesta della controparte. Questo ETF è stato più fortunato, nato nel 2010, negli ultimi tre anni ha avuto un profitto del 20,63% all’anno contro una volatilità del 51,22% e da inizio anno sta facendo il 99,98% anche se negli ultimi giorni ha avuto un calo. Da qua l’opinione di molti analisti che sia il momento di entrare su questo ETF.
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