Stai cercando informazioni sugli ETF sulla Russia? Sei nel posto giusto!
In questa guida scoprirai cosa sono gli ETF sulla Russia, quali sono le loro principali caratteristiche, i vantaggi, quanto è possibile guadagnare con gli ETF sulla Russia, quali scegliere e comprare e quali sono le migliori piattaforme da utilizzare per investire in ETF sulla Russia.
Di seguito trovi una tabella nella quale sono state messe a confronto le principali caratteristiche dei migliori broker per investire in ETF Russia, qual è la nostra valutazione ed il link al sito ufficiale.
Investire in titoli e altri strumenti finanziari comporta sempre il rischio di una perdita di capitale
Il 67% dei conti degli investitori retail perde denaro negoziando CFD con questo fornitore.
Di seguito, invece, trovi una lista dei migliori siti dove comprare ETF Russia:
La Russia è un mercato antico, una delle due grandi potenze mondiali che hanno governato la nostra storia e ognuno può essere favorevole o contrario alla sua ideologia dal punto di vista personale. Quando si tratta di pensare se investire o meno, occorre solo capire dove sta andando e se ci sono delle opportunità.
Spesso quando si considera l’investimento in Russia si considerano tutti gli Stati che una volta costituivano l’URSS. L’economia principale rimane quella della Russia di Putin, che conserva la maggior parte delle risorse naturali.
L’economia russa è incentrata sui suoi giacimenti di gas naturale e di petrolio ed è soggetta all’evoluzione del prezzo e della richiesta di questi beni. Il governo ha chiaro ormai di doversi sganciare dallo stretto legame con questa impostazione e sta incentivando altri settori.
Nel 2020 anche l’economia russa è stata duramente colpita dal coronavirus che ha affrontato con i suoi storici metodi isolando il più possibile i cittadini. Questo non è un ottimo segnale per individuare un cambiamento definitivo nell’indirizzo del Paese, ma il rendimento degli ETF sulla Russia sembra seguire un andamento differente rispetto al PIL di questa nazione. In effetti, mentre il Pil si è attestato attorno al 2% gli ETF hanno reso anche il 40%.
Com’è fatto un ETF? Innanzitutto significa Exchange Traded Fund, un termine inglese, come molte parole in finanza, con cui si identifica un fondo di investimento a gestione passiva che viene negoziato in Borsa come un titolo azionario. Gli ETF sono strumenti che dichiarano un benchmark, cioè un indice che vogliono replicare.
Questo indice è composto da azioni e quindi, per replicarlo, si può agire in due modi: utilizzare un replica fisica comprando tutte le azioni che compongono l’indice con le proporzioni dello stesso oppure usare un metodo sintetico con cui ci si espone attraverso derivati, che possono essere future o swap, sullo stesso sottostante che si dichiara di copiare.
Utilizzare un ETF è molto semplice per un investitore che, acquistando una quota, interviene investendo in molti titoli allo stesso tempo senza doversi preoccupare, il più delle volte, di cercare nuovi metodi per poter investire, poiché è sufficiente servirsi del dossier titoli che già si ha presso la propria banca o presso una SIM per poter entrare in questo mercato.
È uno strumento che si presta, di conseguenza, anche ai piccoli risparmiatori che possono anche acquistare una singola quota del fondo, affrontando le stesse spese che sosterrebbero per acquistare una singola azione.
Si tratta di un fondo, pertanto c’è una sorta di organizzazione che si occupa di acquistare, custodire e, se cambia l’indice e se ci si affida ad una replica fisica, modificare la composizione dell’ETF attraverso vendite e acquisizioni. Per questo motivo, sono presenti delle spese di gestione che coprono queste attività, ma che normalmente sono molto contenute e vengono prelevate direttamente dal valore della quota.
In caso ci si affidi ad una replica fisica, il fondo detiene azioni vere e proprie che daranno diritto ad un dividendo, che verrà incassato dal fondo e, a seconda di quanto stabilito dallo statuto dello stesso, verrà distribuito ai possessori di quote dell’ETF piuttosto che reinvestito nello stesso indice.
In generale, quindi, il rischio cui si va incontro investendo in ETF è similare a quello dei singoli titoli azionari che lo compongono: in linea di principio potrebbero fallire tutte le aziende e azzerare il valore della quota. Se questa possibilità non si può escludere in modo assoluto, rimane una possibilità particolarmente remota perché corrisponderebbe circa al default dell’intera nazione.
In effetti con un ETF, come succede con un fondo comune di investimento, il rischio è minore poiché viene spalmato tra tanti soggetti sui quali si investe, attuando così una diversificazione e, come si sa dalla matematica, la probabilità composta è più remota di quella semplice e questa considerazione va a vantaggio della salvaguardia dei tuoi risparmi.
Un altro grande vantaggio degli ETF è nella loro liquidità, nel senso della facilità con cui è possibile smobilizzare il proprio capitale in caso di necessità. Se tu investissi in azioni russe, non è detto che potrebbero godere della stessa liquidità, mentre un fondo che è solo a scopo di investimento è più largamente negoziato anche perché spesso sono presenti nei portafogli di investitori istituzionali che, oltre ad avere disponibilità di capitali diverse e costanza nel loro intervento sui mercati, operano sugli stessi con logiche diverse da quelle degli investitori privati.
Tornando all’argomento degli ETF sulla Russia, si può pensare, con una buona approssimazione, che l’indice cui fanno riferimento è composto dalle aziende più importanti che sono sostenute, oltre che dagli introiti passati e dalle grandi famiglie russe, anche da interventi statali. Questo può spiegare un Pil che considera tutta la nazione a livelli nettamente inferiori rispetto a quelli dell’ETF.
Ognuno può leggere la situazione a suo modo e una certezza assoluta sul futuro, in questo caso più che in altri, non esiste. Questa considerazione, però, assieme ad altre notizie di scandali degli ultimi anni che hanno allontanato l’economia russa da alti Stati come la Gran Bretagna e le interessenze ad alti livelli con i politici italiani, sembra far propendere per il vecchio adagio del Gattopardo “cambiare tutto per non cambiare nulla“.
Potrebbe però essere un’evoluzione necessaria a causa della crisi degli idrocarburi su cui si basa l’economia russa e che è il maggior settore anche delle azioni che compongono i principali ETF di questa nazione. Sicuramente, nel breve periodo si può prevedere una ripresa in seguito al crollo da coronavirus, ma dopo aver ripreso i livelli di inizio anno ci sarà da navigare a vista con questo ETF.
Gli ETF Russia sono ETF azionari attraverso i quali si va ad investire sulle principali aziende quotate in borsa di questo territorio. Si ha la possibilità di investire, anche attraverso uno strumento quotato presso la Borsa italiana, in questo mercato.
Tutto il mercato mondiale ha ricevuto un duro colpo dal coronavirus con il ritiro dal mercato di molto capitale: il mercato russo non ha subito una sorte diversa e per questo da inizio anno si vede un forte decremento. Questa discesa può essere sfruttata per un investimento di breve periodo.
Durante il 2019 gli ETF erano in forte crescita, probabilmente grazie anche ad interventi statali. Putin, in effetti, ha proclamato dei piani di sovvenzionamento che mirano a rendere più moderna l’economia russa. Questa viene ancora accusata di essere poco propensa agli investimenti in ricerca e sviluppo e, per questo motivo, è rimasta un po’ arretrata.
Un po’ tutto il sistema russo, nonostante l’enorme cambiamento che è stato fatto, è ancora old style e con pochi attori coinvolti nelle decisioni fondamentali. Si potrebbe anche controbattere che anche le nostre economie sono, alla resa dei conti, nelle mani di pochi e bisogna fare i conti con forze che non sono solo quelle dei concorrenti, ma si vede subito che si è su un livello diverso di iniziativa personale.
Ad ogni modo, dal punto di vista economico si possono delineare in linea di massima due scenari: uno di vera trasformazione in un nuovo modello statale e l’altro di trasformazione delle aziende, che oggi sono le più importanti del mercato per continuare a mantenerle fruttuose.
Questo potrebbe voler dire un restyling in ottica energie alternative e qualche spunto ci potrebbe essere con il gas naturale liquefatto, derivato principalmente dal metano di cui la Russia è ricca e che alimenta i mezzi pesanti in modo da renderli quasi esenti da inquinamento.
Questo può essere un inizio, anche se forse non sarà sufficiente per compensare le perdite dovute al calo di prezzo di petrolio e gas naturale. Se invece prendesse il sopravvento la volontà di dirigersi verso un’iniziativa imprenditoriale da parte di tutto il popolo, nel medio periodo ci potrebbero essere delle difficoltà. Per questo motivo è opportuno che valuti attentamente l’orizzonte temporale del tuo investimento per non ritrovarti con brutte sorprese.
Si tratta di una componente che può essere associata in modo indiretto al settore energia. Potrebbe essere un’idea aggiungerne una quota da affiancare ad un ETF sulle energie rinnovabili: non ha una correlazione perfettamente inversa, ma, allo stesso tempo si può sfruttare il vantaggio di uno rispetto all’altro.
In confronto al settore delle energie alternative che sono un settore chiave in questo momento, un ETF sulla Russia ha maggiori possibilità poiché non è settoriale e qualche soluzione una grande nazione come la Russia dovrà trovarla.
Quindi, probabilmente in modo graduale, la composizione dell’indice cambierà o si modificheranno gli oggetti delle società che ne fanno parte, perché se andassero male, non sarebbero più tra le più importanti.
Un rischio che esiste è quello degli scandali che di tanto in tanto mettono in crisi il mondo russo e lo fanno in linea generale, coinvolgendo la nazione nel suo complesso. Si tratta, comunque, di rischi completamente decorrelati da altri.
Investendo negli ETF sulla Russia, puoi entrare in questo mercato senza dover conoscere nel profondo le azioni e le aziende di questa nazione, ma semplicemente affidandoti ai metodi di scelta che stanno alla base della formazione dell’indice.
Gli indici si basano sulle caratteristiche di fatturato, quota di mercato o capitalizzazione delle aziende che vengono prese in considerazione. Cercando di capire solo su cosa si basa questa scelta, puoi decidere su cosa basarti. Ad ogni modo, sarai certo, che, almeno secondo un certo parametro, stai investendo sulle migliori aziende dello Stato.
Le incertezze sul futuro della Russia non sono poche, ma una grande nazione come questa troverà una soluzione, anche se in quanto tempo non è dato sapere. In questo momento c’è ancora spazio per tornare ai livelli dell’anno scorso.
Nel 2019 gli indici hanno visto un incremento attorno al 40%, qualcuno anche di più, e, dopo il coronavirus, hanno ripreso circa il 20%, per cui si può pensare che in qualche mese possano tornare ai livelli di fine anno scorso.
Se questo livello poi sarà mantenuto, crescerà ulteriormente sulla spinta della politica statale oppure prenderà la strada di una recessione, non si può sapere. Per questo sarebbe opportuno mettere in questo comparto una quota non troppo elevata del proprio capitale e prefiggersi un obiettivo di rendimento che può essere il 10%, ad esempio.
Raggiunto questo è opportuno abbandonare il campo e stare a guardare cosa succede per poter fare ulteriori riflessioni. Nel frattempo, con la motivazione aggiuntiva di avere dei denari in quella nazione, anche se in senso lato, puoi cominciare a leggere qualche notizia sulle politiche statali in modo da renderti conto di quale scenario si può delineare.
Se invece non è tua intenzione spendere tempo per definire il futuro della Russia, ti converrà semplicemente uscire e semmai, attendere un grande scandalo che porti tutto il mercato sovietico in ribasso per rientrare con un nuovo obiettivo di rendimento.
Non è facile conoscere le dinamiche che governano le aziende russe, per questo è opportuno cercare di esaminare come si muovono gli indici e se gli ETF si conformano bene agli stessi.
Un buon ETF sulla Russia è Xtrackers MSCI Russia Capped Swap UCITS il cui Isin è LU0322252502 contrattato alla Borsa Italiana. Lo scopo del fondo è replicare l’andamento dell’indice MSCI Russia capped 25% Index, che si basa sulle aziende che fanno parte dell’indice MSCI Russia Index che comprende solo aziende della Russia ponderandole in base alla capitalizzazione che hanno.
Il fondo nel 2016 ha reso circa il 58%, nel 2017 ha perso il 9%, nel 2018 ha guadagnato il 4%, nel 2019 ha reso il 55% e nel corso di quest’anno ha perso il 25%. La sua volatilità negli ultimi tre anni è stata del 24% contro un rendimento annualizzato sempre degli ultimi 3 anni del 14%.
L’indice viene replicato in modo sintetico e si vede dai documenti disponibili che per il momento la maggior parte delle aziende in cui si investe sono grandi e più del 50% è del comparto dell’energia.
Altro ETF interessante è Invesco RDX UCITS ETF che viene tradato con Isin IE00B5NDLN01 presso la Borsa Italiana. Il fondo mira a replicare l’indice Russian Depository (or RDX) Price Return Index. Questo riflette in tempo reale i movimenti delle azioni russe maggiormente negoziate sul mercato della City di Londra.
Queste azioni vengono ponderate in base alla capitalizzazione delle società. La replica avviene in via sintetica anche perché per come organizzato l’indice sarebbe molto difficile poterlo replicare in modo fisico.
l rendimento nel 2016 è stato del 59%, nel 2017 ha perso il 9% e nel 2018 ha perso l’1% mentre nel 2019 ha guadagnato il 45%. Da inizio anno sta perdendo il 23%. La sua volatilità negli ultimi tre anni è stata del 27% contro un rendimento annualizzato del 13%.
Un altro ETF che puoi valutare per i tuoi investimenti è HSBC MSCI Russia Capped UCITS ETF che è negoziato presso la Borsa italiana con Isin IE00B5LJZQ16. Il fondo mira a replicare l’indice MSCI Russia Capped Index. Questo è un indice pesato secondo la capitalizzazione di mercato e che misura la performance delle più grandi aziende russe quotate.
L’ETF segue il modo in cui vengono man mano pesate le aziende all’interno dell’indice. La sua performance è stata del 59% nel 2016, ha accusato una perdita dell’8% nel 2017, mentre nel 2018 ha guadagnato il 4%, nel 2019 il 56% e da inizio anno sta perdendo il 25%.
L’ETF effettua una replica fisica dell’indice attraverso l’acquisto di azioni che per più del 50% sono del comparto energia e quasi il 90% del fondo è costituita da energia, materie prime e finanziari. All’interno non ci sono piccole aziende e negli ultimi tre anni il fondo ha visto una volatilità del 25% contro un rendimento annualizzato del 15%.
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