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ETF Platino: Cosa Sono, Come Funzionano, Quali Comprare e Dove

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Stai cercando informazioni sugli ETF sul platino? Sei nel posto giusto!

In questa guida scoprirai cosa sono gli ETF sul platino, quali sono le loro principali caratteristiche, i vantaggi, quanto è possibile guadagnare con gli ETF platino, quali scegliere e comprare e quali sono le migliori piattaforme da utilizzare per investire in ETF sul platino.

Di seguito trovi una tabella nella quale sono state messe a confronto le principali caratteristiche dei migliori broker per investire in ETF platino, qual è la nostra valutazione ed il link al sito ufficiale.

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Investire in titoli e altri strumenti finanziari comporta sempre il rischio di una perdita di capitale

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Classifica dei migliori broker per comprare ETF platino e venderli

Di seguito, invece, trovi una lista dei migliori siti dove tradare gli ETF platino:

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ETF platino: cosa sono

Gli ETF sono strumenti finanziari che mirano a replicare l’andamento di un sottostante che può essere un indice, un’azione, una materia prima o una valuta.

L’utilizzo di questo strumento permette di investire senza dover comprare direttamente il sottostante evitando i problemi di stoccaggio o di custodia e inoltre di poter effettuare, tramite gli ETF strutturati, operazioni che sul sottostante non sono possibili, come investire al ribasso oppure utilizzare le leve.

L’andamento di un ETF sul platino, quindi sarà direttamente correlato a quello che è l’andamento del prezzo del platino. Questo è un metallo prezioso che ha caratteristiche di metallo nobile, nel senso che chimicamente non si lega con altri elementi e per questo rimane stabile nel tempo, non si corrode e non si ossida.

Per questi motivi è stato impiegato in gioielleria anche se questo non è il suo ambito di utilizzo principale. È, infatti, molto usato in campo industriale, in particolare nella produzione di marmitte catalitiche per i motori diesel e anche in campo medico come componente di preparazioni chemioterapiche per alcuni tipi di neoplasie.

Inoltre, gli effetti del platino sulla salute sembrano leggermente nocivi e questo è dovuto in particolare al metodo con cui si estrae il metallo per renderlo puro.

Il prezzo di questo metallo è strettamente correlato con quello dell’oro poiché viene considerato un bene rifugio data la sua rarità e la sua inattaccabilità dagli agenti esterni. Di conseguenza, aumenta il suo valore nei periodi di crisi e lo vede diminuire in momenti di espansione, in cui si disinveste per spostare la liquidità verso investimenti più redditizi.

A differenza dell’oro, occorre considerare che le miniere si trovano principalmente in Sudafrica e, per questo motivo, il valore del platino è condizionato dal valore del Rand sudafricano: in caso di perdita di valore del Rand, per chi utilizza euro e dollaro, il platino sarà più economico e, in questo modo, il platino risulta direttamente proporzionale alla quotazione della moneta sudafricana.

Inoltre, l’economia della nazione e le vicende della stessa possono influenzare l’andamento della quotazione: tra il 2012 e il 2014 ci sono stati numerosi scioperi nelle miniere e, per questo motivo, il corso del platino ha subito un tracollo.

Per quanto riguarda la richiesta del metallo in campo industriale e in particolare per le marmitte per i motori diesel, si sta sostituendo questo metallo con un suo parente più povero, il rodio, che si sta apprezzando. Tutto questo serve per capire i motivi dei movimenti di quotazione sul platino e fare le proprie considerazioni sul lungo o sul breve termine.

Mettendo assieme le caratteristiche del platino e quelle degli ETF possiamo avere ETF che replicano l’andamento del metallo semplicemente comprando i lingotti di platino come controvalore del denaro versato sull’ETF e custodendo, generalmente nei caveau di una banca depositaria, il valore acquistato.

Questa è quella che si chiama replica fisica, ma la casa di gestione che emette la quota di fondo, può anche optare per la replica attraverso un altro strumento che vede come sottostante il platino, come può essere un Future o un’opzione.

Utilizzando questa replica mediata si ha la possibilità di avere un ETF sul platino a leva piuttosto che un ETF che investe al ribasso. Così potrai avere tutte le possibilità di seguire le variazioni dell’andamento del metallo senza doverti preoccupare di margini.

Come funzionano gli ETF sul platino

Gli ETF sul platino, una volta emessi da una casa di gestione, vengono quotati sul mercato, cioè direttamente in borsa. Così dobbiamo verificare dove sono quotati per essere certi di avere accesso alla negoziazione tramite il dossier titoli in nostro possesso.

Il valore della quota di fondo equivale all’ammontare minimo che si può investire in quel certo ETF e possiamo verificare in tempo reale i suoi cambiamenti attraverso una piattaforma di trading o tramite uno dei tanti siti che riporta le quotazioni dei titoli tradati. 

La negoziazione, come la variazione di valore, sarà possibile solamente durante gli orari di apertura della borsa in cui sono trattati, mentre il sottostante, il platino, è negoziato e subisce variazioni nella sua quotazione dal lunedì al venerdì 24 ore su 24.

In questo lasso di tempo potrai avvantaggiarti dei rialzi e dei ribassi del corso del platino e può essere significativa la differenza tra chiusura e riapertura della borsa. Così chi è più propenso al rischio potrà cercare di indovinare una tendenza overnight mentre chi preferisce mantenere di più il controllo prediligerà un’operatività intraday. Questo in caso si voglia puntare ad un tipo di investimento su base giornaliera.

Il platino si presta anche ad un investimento di lungo periodo seguendo la tendenza dell’economia mondiale, vista la sua forte correlazione con l’oro, investendo long o short a seconda di come presumiamo che sarà il trend.

Nel fare questo ragionamento, si dovrà riflettere anche sulla correlazione con il Rand che non è da sottovalutare. In questo periodo, soprattutto, i Paesi emergenti e tra questi anche il Sudafrica hanno sofferto ancora più degli altri delle vicissitudini legate al Covid.

Si tratta, in generale, di Paesi già fortemente indebitati che, per stimolare la ripresa, hanno necessità di indebitarsi ulteriormente e questo potrebbe non essere possibile o essere particolarmente costoso. Questo deprimerebbe ulteriormente la valuta e di conseguenza il valore del platino.

Guardando il grafico del platino e confrontandolo con quello dell’oro vedi come l’oro, meno raro del platino, valga il doppio oggi rispetto al metallo grigio.

Questo fa riflettere sulla bontà come bene rifugio. Potrebbe essere un’opzione interessante se, vista la sua scarsità sulla terra, ritornasse a valere più dell’oro. Una piccola ripresa l’ha avuta negli ultimi tempi, ma rimane ancora ai minimi degli ultimi dieci anni.

Gli influssi della moneta africana in questi movimenti si fanno sentire prepotentemente e la crisi che può affrontare suggerisce che questo non è ancora il momento per lanciarsi, se non con qualche spicciolo. D’altronde, un grande movimento ribassista del platino che permanga per un periodo lungo non sembra convincente.

La soluzione migliore in questo momento è concentrarsi sui movimenti di breve in attesa che la situazione si stabilizzi e si possa decidere in che direzione puntare. Intanto, attraverso l’osservazione dell’andamento giornaliero, si può cominciare a scorgere qualche segnale.

Nel frattempo occorre anche informarsi sugli sviluppi sulle miniere di platino, sull’utilizzo industriale del metallo e su tutte le questioni inerenti il Sudafrica.

Per investimenti di lungo raggio, l’analisi tecnica non ti viene molto in supporto e dovrai fare ragionamenti di analisi fondamentale, mentre accorciando l’orizzonte temporale di riferimento potrai utilizzare anche supporti e resistenze per stabilire minimi e massimi relativi nella giornata o nella settimana.

Quali sono i vantaggi e quanto è possibile guadagnare con gli ETF sul platino

Acquistando un ETF sul platino puoi lucrare le differenze di quotazione sul metallo attraverso uno strumento che è quotato in borsa e, quindi, è di facile acquisto o vendita.

La maggior parte degli ETF senza leva e che puntano al rialzo, che corrispondono più propriamente all’investimento sul metallo, sono in replica fisica con lingotti di platino riservati in un caveau e di proprietà del fondo.

Non possono essere toccati dalla casa di gestione che li ha emessi né dalla banca che fa parte del gruppo dell’emittente, ma corrispondono effettivamente alle quote del fondo.

Questa è una bella sicurezza ed è ideale in caso tu voglia trattare il metallo come bene rifugio, sostituendo il lingotto con una più pratica posizione su un dossier titoli. Si eliminano così costi di custodia, limitandosi a pagare le spese di gestione su base annuale del fondo stesso, che vengono semplicemente trattenute dal valore della quota. 

Le alternative all’investimento in ETF potrebbero essere CFD o Futures o Opzioni sul platino, tutti strumenti derivati che prevedono un effetto leva, che potrebbe non essere quello che hai in mente. Quando parliamo di CFD o Futures si può arrivare ad una leva 1:30 mentre con gli ETF arrivi ad una leva 1:7.

Gli ETF richiedono una minore preparazione in materia finanziaria perché possano essere acquistati con il parere favorevole dei questionari Mifid cui si è sottoposti dagli intermediari finanziari, poiché sono più semplici nella loro composizione e simili ai fondi comuni di investimento, che da ormai trent’anni vengono venduti a tutti gli investitori che hanno un conto corrente bancario. 

Comprando e vendendo dal tuo dossier titoli, anche affrontando una perdita, puoi liquidare immediatamente il titolo e avere i tuoi soldi a disposizione sul conto corrente. Per fare questo, così come per poter contrattare velocemente i titoli occorre che gli ETF siano tradati frequentemente e, per questo, è opportuno scegliere un fondo che abbia dimensioni grandi: più quote ci sono, più è facile che un possessore le voglia vendere o acquistare.

Similmente agli ETF esistono fondi comuni di investimento che hanno nello statuto il diritto-dovere di negoziare titoli che fanno riferimento al platino. In realtà, nel mondo dei fondi comuni, è difficile trovare un fondo specifico per il platino, mentre è più facile incontrare un fondo sui metalli preziosi.

Inoltre, questi fondi non compravendono il metallo, ma è più facile che comprino e vendano azioni di società che operano nel settore minerario o nella filiera dei metalli preziosi. Certamente l’apprezzamento e il deprezzamento del metallo ha un effetto sul corso delle azioni.

Questa relazione non è perfetta, anche se il fondo comune di investimento non è quotato nel continuo durante la giornata, ma solo a fine giornata si effettua la somma del valore dei titoli posseduti e si divide per il numero delle quote, cosa che determina il valore della singola quota.

Gli ETF invece fanno riferimento ad un sottostante specifico e non si discostano da questo. Hanno anche una quotazione continua sul mercato durante gli orari di apertura dello stesso e, per questo, possono essere utilizzati per speculazione intraday.

Questo effetto è ancora più amplificato dagli ETF a leva con cui possiamo ottenere guadagni più ampi, grosso modo secondo la leva dichiarata dal fondo. Occorre infatti considerare che l’ETF ha una quotazione sua propria derivata dall’incontro in borsa di domanda e di offerta.

Dato il sottostante, l’andamento sarà conforme a quello del platino, ma non sarà così preciso: questo può essere un vantaggio o uno svantaggio a seconda di come ti sei posizionato e di come viene approssimato l’andamento dalla quotazione.

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Quali sono i migliori ETF sul platino sui quali investire

Dopo aver delineato in generale la teoria degli ETF sul platino, ecco cosa offre il mercato. I più diffusi ETF sul platino sono strumenti long senza leva, che quindi corrispondono all’acquisto virtuale di lingotti di platino: la replica utilizzata è quella fisica, mentre un mercato minore hanno gli ETF long a leva e ancora minore gli ETF short.

WisdomTree Physical Platinum

Il più grande ETF sul platino è WisdomTree Physical Platinum il cui Isin è JE00B1VS2W53, che nel 2019 ha avuto un rendimento del 23% circa mentre da inizio anno sta perdendo il 13%.

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L’andamento dell’ETF rispecchia quello del platino e ci sono sufficienti negoziazioni alla borsa italiana per poter affrontare un trading soddisfacente con questo strumento. La replica, come dice il nome, è fisica, mentre le spese di gestione annue sono pari allo 0,49%.

ETC platino db Physical Platinum Euro

Subito dopo si trova db Physical Platinum Euro che si trova nella versione hedge con Isin DE000A1EK0H1. Questa versione è più adatta al lungo periodo proteggendo dal cambio euro/dollaro (il platino è comunque scambiato contro dollari per cui questo è un rischio aggiuntivo).

etc platino

Nonostante questa protezione, nel 2019 ha guadagnato il 14,7% e da inizio anno sta facendo -13% circa. In questa versione non si trovano tantissime negoziazioni giornaliere che rendono più difficile l’operatività intraday, ma si può optare per un gioco su andamento settimanale. La replica è fisica e le spese di gestione annue ammontano allo 0,45%.

iShares Physical Platinum ETC

Altro ETF sul platino è iShares Physical Platinum ETC identificato con Isin IE00B4LHWP62 quotato alla Borsa di Berlino. Si tratta dell’ETF emesso da BlackRock, la maggiore casa di gestione al mondo e utilizza la replica fisica con spese di gestione pari allo 0,40% annue.

Il rendimento di questo ETF, anche se dimensioni minori rispetto agli altri rispecchia l’andamento del platino, avendo guadagnato nel 2019 circa il 23% mentre da inizio anno sta registrando una perdita di circa il 13%.

WisdomTree Platinum 2x Daily Leveraged (EUR)

Per chi cerca la leva senza esagerare c’è WisdomTree Platinum 2x Daily Leveraged (EUR) identificato dall’Isin DE000A0V9ZC3 tradato alla Borsa tedesca. Come dice il nome si tratta di un leva 2 che ha reso nel 2019 circa il 33% dimostrandosi un leva 2 sottotono mentre da inizio anno sta perdendo il 26% centrando il doppio della perdita del platino.

etc phyiscal platinum

La replica è ovviamente sintetica tramite swap garantito da collaterale e le commissioni di gestione sono pari allo 0,98%. Si tratta di un’idea per accelerare un po’ il rendimento senza incorrere in gravi rischi, sempre andando long.

Gli ETF short sono pochi e di scarso rilievo. Alcuni sono stati chiusi per una mancanza di negoziazioni sufficienti. D’altra parte andare corti sul platino significa puntare sul metallo in modo speculativo e questo comporta compravendite piuttosto ravvicinate e scarsa detenzione.

Questo non è un fattore che promuove la redditività per la casa di gestione che perde interesse nel tenere sul mercato il prodotto. D’altra parte, dal punto di vista dell’investitore ci sono molti altri prodotti con cui si può investire sul ribasso del platino e che possono essere utilizzati proprio a fini speculativi.

Sicuramente sono strumenti maggiormente complessi ma che con gli opportuni accorgimenti possono portare al medesimo risultato e forse anche più preciso di un ETF short. Anche lo sviluppo di questi altri tipi di prodotto ha portato alla chiusura di molti ETF short deviando almeno parte degli investitori.

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