Stai cercando informazioni sugli ETF sul litio? Sei nel posto giusto!
In questa guida scoprirai cosa sono gli ETF sul litio, quali sono le loro principali caratteristiche, i vantaggi, quanto è possibile guadagnare con gli ETF sul litio, quali scegliere e comprare e quali sono le migliori piattaforme da utilizzare per investire in ETF sul litio.
Di seguito trovi una tabella nella quale sono state messe a confronto le principali caratteristiche dei migliori broker per investire in ETF litio, qual è la nostra valutazione ed il link al sito ufficiale.
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L’ETF è uno strumento finanziario attraverso il quale si può investire in un sottostante che può essere un indice, una materia prima o una valuta e prendere posizione sullo stesso per investire in una direzione o in un’altra.
Si tratta di un modo per esporsi ad un determinato prodotto al rialzo o al ribasso con leva oppure senza, secondo come è strutturato il prodotto stesso. Infatti per simulare l’andamento dello stesso sottostante gli ETF possono fare riferimento a metodologie di replica fisiche oppure sintetiche.
Nel primo caso, vengono comprate le azioni che costituiscono lo stesso indice, oppure la materia prima di cui vuole emulare l’andamento oppure la valuta, mentre nel secondo caso si compra un derivato con l’asset in cui si vuole investire come sottostante.
Con la replica fisica si può solo seguire il senso long dell’investimento: agendo in investimento naturale si può solo comprare ad un prezzo e vendere ad un altro. Invece con la replica sintetica si possono utilizzare tutti i modi di investimento permessi dai prodotti derivati: short e a leva.
Una volta dato l’avvio e stabiliti, nel caso di indici, i tempi per verificare la necessità di ribilanciamenti a causa di variazioni nella composizione dell’indice, lo strumento non ha più bisogno di ritocchi e il suo valore viene stabilito dal mercato attraverso la quotazione in Borsa.
Gli ETF infatti, anche se da una parte assomigliano ai fondi comuni di investimento a causa dell’unione della liquidità per acquistare unitamente strumenti finanziari, si differenziano da questi proprio perché sono direttamente quotati in Borsa.
Questo implica la possibilità di un discostamento dall’andamento del sottostante e questo può essere dovuto dalla mancanza di liquidità delle quote del fondo poiché per seguire gli scambi che avvengono per formare il prezzo della materia prima o dell’azione occorre un numero similare di attori. Senza una sufficiente liquidità l’andamento è meno coerente e si evidenzia un grafico più a scalini.
Pensando più nello specifico agli ETF sul litio, dobbiamo seguire il suo andamento per determinare quale possa essere l’esito di un investimento su questo metallo. Si tratta del metallo più leggero esistente sul globo e per questo viene utilizzato in alcune leghe nonostante si ossidi facilmente.
Inoltre viene usato nelle pile e anche in alcuni medicinali come integratore per il trattamento del disturbo bipolare. La produzione del litio è cominciata nel 1923 poiché prima non si riusciva ad isolarlo e il primo utilizzo è stato per lubrificanti e saponi per motori aeronautici nella seconda guerra mondiale e subito dopo.
Grazie ai suoi isotopi radioattivi la sua domanda aumentò notevolmente durante la guerra fredda per il suo utilizzo nelle armi di fusione nucleare. Al termine della guerra fredda è diminuita enormemente la richiesta di litio e di conseguenza il suo prezzo, che si è ripreso poi negli anni 2000 quando è stato utilizzato per le pile agli ioni di litio.
Le pile al litio sono diventate la tipologia prevalente dal 2007. Così negli ultimi anni il prezzo del litio è salito in seguito alla sua crescente richiesta. Non esiste una vera e propria quotazione del litio e così anche gli ETF che riguardano questa materia prima sono ETF azionari di aziende coinvolte nella filiera delle batterie.
Gli ETF sul litio anche se fanno riferimento al metallo, non sono correlati direttamente al costo di questa materia prima. Per commerciarla è necessario far parte della filiera e farlo fisicamente. Gli strumenti che sono a disposizione sono degli indici che hanno al loro interno azioni di aziende che producono e commercializzano batterie.
L’investimento nel litio è così mediato da quelle che sono le potenzialità di queste aziende che, in realtà, non sono legate strettamente al destino della materia prima, poiché possono sopravvivere anche con tecnologie diverse, ma, allo stato attuale, il valore del litio dipende dal loro andamento.
In questo modo, investire sul litio significa investire in azioni di società rappresentative della filiera produttiva della pila. Gli ETF sul litio sono così ETF in senso stretto differentemente da quello che succede per oro, platino, ecc. in cui l’ETF è una replica fisica o sintetica della quotazione del metallo.
Così possono essere costituiti da una replica fisica delle azioni che compongono l’indice e possono anche incassare e distribuire o reinvestire il loro dividendo, oppure essere a replica sintetica e basare il loro andamento sulla sottoscrizione di contratti derivati che hanno come sottostante questi indici.
Il compito degli investitori che vanno a negoziare gli ETF è così più complesso nel dover riprodurre l’andamento di un indice di un comparto molto particolare e il suo andamento è molto dipendente dalla scelta attuata dall’indice. Infatti, nonostante la scelta di volersi avvalere specificatamente delle aziende più legate alla materia prima litio, il cambiamento di una società non si può evidenziare in modo immediato.
Inoltre, il pubblico chiamato a valutare l’ETF non ha di fronte una guida, come nel caso del prezzo dell’oro, che ha un’unica valutazione su base mondiale e non si tratta nemmeno di far riferimento ad un indice come lo S&P 500 che è così seguito da tutto il mondo da creare aspettative sul suo corso facilmente interpretabili. Si tratta di un settore quasi da addetti ai lavori che può dare delle buone performance o delle cattive performance quasi di nicchia per il mondo della finanza.
Le forze che possono viaggiare a favore di questi ETF sono sicuramente l’andamento mondiale del mercato, poiché in generale nei momenti di espansione si avrà un aumento di tutti i corsi azionari così come nei momenti di recessione si avrà una riduzione dell’andamento di tutti i comparti. Ci sono poi forze più specifiche del settore che hanno a che fare con l’aumento dell’utilizzo di batterie.
Sicuramente, in generale l’aumento della tecnologia favorisce il comparto, ma, senza dubbio la tendenza più importante cui far riferimento è quella dello sviluppo delle auto elettriche che necessitano di batterie potenti e costose e che vanno sostituite in modo abbastanza frequente. Inoltre, per le lunghe percorrenze oggi sono necessarie batterie di scorta per affrontare il viaggio in modo sereno.
Altra chiave del settore sarà la possibilità di autoricaricarsi attraverso il movimento della vettura, oltre che poter essere caricate in modo efficiente in poco tempo con grande possibilità di autonomia. Lo spazio per investire nel comparto non manca ma la domanda se il litio continuerà ad essere la materia prima su cui si punterà, nonostante le sue caratteristiche di facilità nello scaldarsi, è allo stesso tempo valida.
Per il momento non si vedono interessanti sostituti alla materia per cui questo potrebbe essere uno dei materiali fortunati dei prossimi 10 anni, periodo in cui si pensa si svilupperà e arriverà a maturità il comparto delle auto elettriche.
Gli ETF sul litio ti permettono di esporti all’andamento delle azioni delle aziende che producono batterie al litio e, più in generale, prendere posizione sulle società che entrano nella filiera della produzione di elettricità portatile.
Si tratta di imprese che hanno subito il colpo del coronavirus, ma proprio sull’onda dello stesso e della maggiore attenzione alla salute, si possono avvantaggiare degli incentivi che probabilmente si genereranno verso sistemi alternativi al consumo di petrolio e derivati.
Si tratta quindi di un modo per prendere posizione in modo derivato su un comparto come quello delle macchine elettriche senza limitarsi propriamente a questo ma andando a prendere in particolare i fornitori del settore che forniscono una parte principale della vettura: la batteria.
Sicuramente non sono questi i clienti di queste società, ma di certo sono una parte interessante proprio per la crescita che si prevede ci sarà nel comparto. Quanto si può guadagnare con un ETF di questo tipo è difficile a dirsi. Si è ancora all’inizio dello sviluppo del comparto nonostante aziende pioniere come Tesla siano state fondate da anni.
Questo sembra il momento ottimale per uno sviluppo prepotente del settore, un comparto che si può navigare a vista seguendo l’andamento generale dell’economia, in particolare statunitense oppure con un’idea più di lungo periodo attraverso cui aspettare la maturazione del comparto.
Non si tratta di un investimento da fare e abbandonare lì poiché in realtà potrebbero esserci dei cambiamenti nella direzione in cui la tecnologia può andare. Ad esempio, una delle ripercussioni che potrà essere verificata solo dopo la diffusione delle auto elettriche è l’influsso della generazione dei campi elettromagnetici che probabilmente ci sarà con un parco veicoli che si muove tutto con batterie elettriche.
All’opposto, si può verificare l’introduzione di una nuova tecnologia politica e più economica che potrebbe prendere il sopravvento. Ancora, ci potrebbero essere scenari in cui una fitta rete di trasporto pubblico unitamente allo sviluppo delle telecomunicazioni e la sostituzione del lavoro in presenza con lo smart working generi un numero inferiore di veicoli venduti. Sono ovviamente scenari possibili, ma, allo stato attuale, con scarse probabilità che si verifichino.
Il vero punto interrogativo è immaginare in quanti anni il settore si possa sviluppare e per quanti anni vuoi rimanere investito con questo ETF. Cominciare a prendere una posizione nel comparto è sicuramente una cosa interessante, anche per seguire meglio gli andamenti e capire quando e come intervenire.
La crescita è iniziata nel 2016 per raggiungere un primo massimo nel 2017 e poi calare fino a marzo 2020 e attualmente è in crescita. La ripresa è stata molto veloce e attualmente è quasi arrivato nuovamente ai massimi del 2017. Il futuro immediato quale sarà nessuno può dirlo con certezza, ma, certamente, questa impennata sembra molto decisa e fa ben presumere sulla sua continuità e sulla sua durata.
Come quasi in ogni portafoglio azionario basato su un indice, le dinamiche del fondo sono determinate in genere dalle prime dieci azioni per peso inserite nello stesso. In questo comparto più che in altri è importante andare ad esaminare quali sono.
Questo, in particolare, occorre farlo poiché non esiste un indice principale di riferimento ma un indice può differire notevolmente dall’altro e, di conseguenza, anche un ETF sarà molto diverso come composizione e rendimento dall’altro. Farsi un’idea delle prime dieci posizioni ti può far capire come viene affrontato il comparto.
Per investire sul litio, occorre quindi andare ad investire sulle batterie al litio, anche se viene utilizzato anche in altri comparti. Non esiste nemmeno un settore specifico come può essere il farmaceutico o la robotica per individuare questo tipo di investimento. Anche per questo gli ETF cui si può far riferimento per investire in questa direzione sono pochi.
Un ETF che sicuramente devi considerare è L&G Battery Value-Chain il cui Isin è IE00BF0M2Z96 con il quale è trattato presso la Borsa Italiana. L’obiettivo del fondo è di replicare la performance di un paniere di azioni di aziende fornitrici di batterie e società minerarie che estraggono metalli utilizzati nella produzione di batterie.
L’indice che così si forma utilizza un approccio di scelta che individua i fornitori di batteria secondo la tecnologia utilizzata: piombo, litio, nichel o sodio. Per quanto riguarda le miniere si interessa solo a quelle di litio. Il fondo è partito nel 2018, nel 2019 ha segnato un +20% mentre da inizio anno sta facendo quasi +4%. I primi dieci titoli costituiscono il 40% del portafoglio e la maggioranza appartiene al continente asiatico.
La prima società in assoluto è un’azienda cinese, Tianneng, che è impegnata nella produzione di batterie per moto elettriche. La seconda società non ha bisogno di presentazioni poiché è la Tesla. La terza azione è BYD Co Ltd, un’azienda di Hong Kong che produce auto e altri veicoli oltre che batterie e ferrovie.
La quarta è LG Chem che è un’azienda del gruppo LG: è specializzata nella parte chimica e produce batterie per elettrodomestici, veicoli elettrici e sistemi di accumulo di energia; è stata inoltre la prima società a produrre batterie al litio nel 1999. Al quinto posto c’è Pilbara Minerals Ltd, società mineraria australiana che possiede attività estrattive di litio.
Di seguito Mineral Resources Ltd, altra società mineraria australiana che si occupa di litio, ferro e manganese. Poi c’è SolarEdge, società che produce ottimizzatori di potenza, inverter per energia solare e caricabatterie per veicoli elettrici. Ottava della classifica è Samsung SDI Co Ltd, società che produce batterie al litio, oltre che schermi LCD e tubi catodici.
Al nono posto c’è la giapponese NEC, colosso di tecnologia informatica, elettrica ed elettronica mentre al decimo troviamo un’azienda europea, la Renault, che è attiva nei veicoli elettrici. Come si vede, c’è una certa diversificazione geografica, anche se la maggioranza appartiene all’area asiatica e, miniere a parte, non c’è un’estrema ricerca di batterie al litio.
Altro ETF da considerare è Global X Lithium & Battery Tech il cui Isin è US37954Y8553. Il fondo mira a replicare l’indice Solactive Global Lithium Index che intende rappresentare tutta la filiera del litio dall’estrazione mineraria fino alla produzione di batterie.
Ha una storia più lunga del precedente poiché è nato nel 2010 e sta facendo il 16% da inizio anno mentre da un anno a questa parte sta rendendo il 23%. L’azienda in cui investe di più è Albermarle Corp, che è una società statunitense del settore chimico che è attiva in molti settori e dal 2015 produce batterie ed accumulatori a base di ioni di litio.
Il 79 % dei conti di investitori al dettagli perde denaro a causa delle negoziazioni con questo fornitore. Valuta se puoi permetterti di correre questo rischio elevato di perdere il Tuo denaro.
Al secondo posto c’è Ganfeng Lithium Co LTD, che è un’azienda cinese che lavora il litio e lo rivende in vari formati. Al terzo posto troviamo Byd Co LTD, che era presente anche nell’ETF precedente e così al quarto posto si trova Tesla.
Al quinto c’è Contemporary, importante azienda cinese produttrice di batterie, mentre al sesto c’è un’altra azienda cinese, Naura, che produce microelettronica tra cui anche batterie al litio. Al settimo posto si ritrova LG Chem e all’ottavo Samsung SDI, che abbiamo trovato anche prima.
Le ultime due aziende sono Panasonic, un colosso giapponese nell’elettronica e in decima posizione Yunnan Energy, che è un’azienda chimica cinese. Come si vede in questo ETF ci sono molte meno esposizioni alle miniere e molte più aziende non specificatamente rivolte al litio. Nello stesso tempo c’è un maggiore equilibrio tra occidente ed oriente.
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