Stai cercando informazioni sugli ETF farmaceutici? Sei nel posto giusto!
In questa guida scoprirai cosa sono gli ETF farmaceutici, quali sono le loro principali caratteristiche, i vantaggi, quanto è possibile guadagnare con gli ETF farmaceutici, quali scegliere e comprare e quali sono le migliori piattaforme da utilizzare per investire in ETF farmaceutici.
Di seguito trovi una tabella nella quale sono state messe a confronto le principali caratteristiche dei migliori broker per investire in ETF farmaceutici, qual è la nostra valutazione ed il link al sito ufficiale.
Investire in titoli e altri strumenti finanziari comporta sempre il rischio di una perdita di capitale
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Di seguito, invece, trovi una lista dei migliori siti dove comprare ETF Farmaceutici:
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Gli ETF farmaceutici sono ETF azionari che comprendono i soldi raccolti investiti nel comparto farmaceutico. Gli ETF sono fondi che investono in modo diretto o attraverso altri strumenti e che hanno come sottostante il comparto farmaceutico.
Attraverso l’investimento in più tipologie di azioni, l’ETF media le vicissitudini delle aziende che le hanno emesse ofrendo il rendimento medio del comparto. Questo succede senza l’intervento di un gestore che definisce quali titoli acquistare e quali vendere, ma semplicemente, seguendo le azioni contenute in un indice oppure stabilendo alcune regole sulle caratteristiche che devono possedere le società di cui si possiedono i titoli di capitale.
Il tratto tipico di questo strumento finanziario è quello di seguire passivamente la strategia apportando le variazioni solo nel caso in cui venga cambiata la composizione dell’indice piuttosto che si modifichino le caratteristiche delle società in caso la strategia si basi su altre caratteristiche.
Questa impostazione evita l’intervento umano che può essere anche frutto di stati d’animo ancorché collettivi, anche se, allo stesso modo, non si ottengono extraprofitti dalle intuizioni fortunate degli specialisti. Quest’idea è stata una risposta ai fondi comuni di investimento nei quali, dati i limiti stabiliti nello statuto per la tipologia di investimenti che si possono scegliere, il gestore può stabilire cosa e quanto e quando deve rientrare nell’investimento.
Gli investitori si sono sentiti delusi quando le scelte del gestore sono state inferiori rispetto all’andamento del mercato nonostante le spese di gestione sono rimaste immutate. Per questo sono nati i fondi passivi che replicano quello che è l’andamento di un indice o di una valuta o di una materia prima o di un gruppo di azioni pressoché fisse, senza ulteriori interventi da parte del gestore, a fronte di spese di gestione decisamente più contenute. Inoltre, gli ETF sono quotati in Borsa ed acquistabili con un dossier titoli che abbia accesso alla Borsa in cui sono trattati.
Parlando del settore farmaceutico possiamo fare riferimento a tutto quello che è medicina in senso stretto e quindi limitarci a considerare le azioni delle case farmaceutiche oppure pensare al settore dell’healthcare più in generale, al cui interno ci sono anche le case farmaceutiche.
Negli ultimi anni si è avuto uno spostamento verso quest’ultima soluzione di molti ETF perché all’interno dell’healthcare c’è tutta quella parte di presidi tecnologici che stanno migliorando il mondo medicale con le apparecchiature chirurgiche manovrate da robot, sistemi di visita a distanza, nuove tipologie di protesi e di macchinari. Così il comparto più allargato dà qualche possibilità in più nell’investimento.
Oggi, sulla scia del coronavirus, probabilmente ci può essere chi pensa che sia il farmaceutico puro su cui investire a causa della ricerca su vaccino e cura, ma un ETF deve avere soprattutto una sostenibilità nel lungo periodo e comprendere la robotica e gli sviluppi tecnologici sembra essere la soluzione migliore.
Gli ETF, in generale, hanno la possibilità per optare per una replica fisica oppure sintetica di un indice sottostante. Generalmente gli ETF del comparto salute preferiscono la replica fisica, che, con l’azionario, ha il vantaggio di incassare i dividendi che sono erogati dalle società che hanno emesso i titoli.
In questo caso gli ETF si dividono ancora in due categorie che sono quelli ad accumulazione e quelli a distribuzione, vale a dire quelli che reinvestono il dividendo come se fossero nuovi apporti di denaro e quelli che invece lo distribuiscono calcolando una cedola variabile per i possessori di ETF.
Generalmente, in questo comparto, si preferisce il reinvestimento in titoli, cosa che rende la gestione più semplice per la casa che emette il fondo e permette a questo di incrementare ulteriormente gli utili avendo più capitale a disposizione.
Attraverso le nuove sottoscrizioni di quote di fondo, le case di gestione dell’ETF acquistano azioni delle aziende che fanno parte dell’indice di riferimento e in base a questo pacchetto dichiarato e in base all’andamento dell’indice che rappresentano, vengono prezzate dal pubblico.
Visto che il loro valore non è un calcolo matematico derivante dal valore delle singole azioni (come è quello dell’indice), ma è soggetto alla valutazione del mercato e alla domanda e offerta di ETF, non si rispecchia totalmente quella che è la variazione dell’indice, ma questa è mediata dalla volontà degli investitori.
Per questo motivo è importante la dimensione del fondo, perché più è grande, più cresce il numero di attori che hanno quote del fondo e che possono comprare e vendere le stesse dando origine a scambi più ravvicinati, rendendo il titolo più liquido. È questo che rende il suo corso più simile a quello dell’indice.
Oltre all’opzione di poterlo sottoscrivere direttamente con la casa di gestione, posso anche scegliere, ed è questa in realtà l’opzione migliore, di comprare e vendere l’ETF direttamente in Borsa, con basse commissioni di compravendita e dovendo poi solo affrontare le commissioni di gestione.
Potrai così verificare direttamente sul tuo dossier titoli l’andamento del tuo investimento e vedere agevolmente se è il caso di proseguire oppure di uscire.
Anche se mediati tra loro per effetto della diversificazione attraverso diverse società e anche se facenti parte dello stesso settore, si tratta sempre di titoli azionari che possono avere delle importanti variazioni e che possono sostenere una contrattazione intraday.
Questa tipologia di ETF può adattarsi alle varie strategie che vuoi utilizzare con il tuo portafoglio: una strategia di breve periodo seguendo le oscillazioni del prezzo giornaliere o settimanali o mensili, oppure una di investimento a lungo termine con una visione delle macrovariabili che interessano il comparto.
Tra queste forze che fanno presagire come il settore sia in crescita c’è l’aumento dell’età della popolazione, assieme alla volontà di rimanere sempre in buona salute e continuare a fare a 80 anni più o meno quello che si faceva in età più giovane. L’aumentare delle case di riposo e dell’assistenza agli anziani di qualità apre nuovi scenari che oltre a rincuorarci personalmente, rendono maggiormente appetibili gli investimenti nel settore.
Quando compri un ETF sul farmaceutico, stai investendo su uno dei comparti più redditizi e con maggiori possibilità di crescita del mercato, oltre che stabili, visto che il bisogno di sentirsi in salute è piuttosto rigido anche in periodi di crisi.
Non si tratta di un comparto immune agli sbalzi del mercato, ma, in genere, si riprende più in fretta degli altri, complice la possibilità di prorogare entro un certo limite i trattamenti per il nostro benessere.
Puoi investire in questo settore con un prodotto unico che rappresenti molte società che sono attori importanti del comparto, con commissioni di negoziazione usualmente piuttosto ridotte e con il vantaggio di poter spaziare in tutto il mondo senza dover aver accesso alle borse di tutto il pianeta.
Per avere un’idea di quanto può essere redditizio il tuo investimento nel settore farmaceutico o meglio dell’healthcare, puoi verificare gli scostamenti dei principali indici di riferimento. Questa è un’indicazione utile per chi vuole effettuare un investimento di medio/lungo periodo, poiché chi intende operare nel breve o brevissimo periodo sarà più interessato alla volatilità che presenta l’indice.
Quindi, per chi vuole lasciare lì i soldi per un po’ di tempo e vedere che crescono, il settore in media ha reso attorno al 20% annuo negli ultimi cinque anni, con una maggiore redditività per l’indice che si occupa delle aziende americane piuttosto che di quelle europee.
Da notare che anche in Europa c’è stata una resa positiva, dove quasi tutti gli altri settori non hanno brillato e l’indice italiano ha avuto una performance eccezionale, quasi triplicando quello che ha fatto quello degli Stati Uniti.
Questo non è una certezza di quello che succederà in futuro, ma sintomo di buona qualità del nostro comparto. Per un investimento di più lungo periodo con una certa tranquillità meglio considerare indici globali, mentre gli indici più ristretti potrebbero essere una soluzione per la ricerca di maggiori variazioni nel breve.
Calcolare quanto si può guadagnare comprando e vendendo in periodi ristretti è difficile da dire, poiché dipende non solo dall’andamento del mercato, ma anche dal tempo che puoi dedicare al trading e dalle tue intuizioni in termini di prezzo.
Con gli ETF si può avere la possibilità di giocare con uno strumento long e con uno strumento short e anche con strumenti a leva, anche se ridotta rispetto ad altri prodotti. Nell’azionario healthcare gli ETF sono principalmente long e senza leva.
Questo deriva anche dalla scelta della replica fisica anziché sintetica che non permette di andare in senso contrario a quello naturale o di moltiplicare il suo effetto. Per ottenere effetti diversi occorre utilizzare prodotti differenti come i CFD o i certificati o i futures, facendo gli opportuni aggiustamenti in termini di apporto tenendo conto della leva utilizzata.
Sul mercato esistono sia ETF che investono nell’healthcare che ETF che fanno riferimento più specificatamente alle biotecnologie. Di seguito trovi i più importanti.
Uno dei più importanti anche come dimensioni e quindi possibilità di negoziazione è iShares Healthcare Innovation UCITS ETF che esiste anche nella versione euro negoziato alla Borsa italiana con Isin IE00BYZK4776.
Il fondo mira a replicare la performance di un indice composto da azioni di aziende appartenenti ai Paesi emergenti come agli Stati sviluppati che generano utili significativi focalizzandosi sui trattamenti medici tecnologicamente avanzati.
L’indice che vuole duplicare è STOXX Global Breakthrough Healthcare Index e lo fa attraverso l’acquisto e la vendita delle singole azioni che fanno parte di questo indice. Si tratta di un fondo targato BlackRock, la casa di gestione più grande esistente e che si è conquistato in soli quattro anni quattro stelle Morningstar.
I suoi rendimenti sono stati sempre positivi durante questi quattro anni e più precisamente ha reso il 19,2% nel 2017, 0,7% nel 2018, 15,9% nel 2019 e nel 2020 fino ad oggi ha reso il 13,3%. Le commissioni applicate sono pari allo 0,40% che risultano già scontate dal rendimento soprariportato.
Un altro importante ETF sempre nel settore healthcare è Amundi ETF MSCI Europe Healthcare UCITS ETF negoziato alla Borsa italiana con Isin FR0010688192. L’obiettivo del fondo è quello di replicare l’indice MSCI Europe Health Care che è composto da circa 30 titoli di aziende sanitarie europee.
Per farlo si affida ad una replica sintetica dello stesso indice. I suoi rendimenti sono stati più altalenanti rispetto al precedente, ma è da tener presente che è stato un periodo di regressione per l’economia europea.
Nel 2016 l’ETF ha perso circa il 10%, nel 2017 ha guadagnato quasi il 3%, nel 2018 ha guadagnato quasi l’1%, nel 2019 ha fatto + 32% e da inizio anno ad oggi sta segnando quasi +3%. L’impostazione del fondo ha meritato tre stelle di rating Morningstar mentre le sue commissioni annuali sono pari allo 0,25%.
Altro fondo importante del settore healthcare è Lyxor Index Fund – Lyxor Stoxx Europe 600 Healthcare negoziato alla Borsa italiana con Isin LU1834986900. L’obiettivo del fondo è di replicare l’indice STOXX Europe 600 Healthcare Net Total Return index, che rappresenta la performance delle aziende europee del settore salute di grandi dimensioni.
Le società scelte fanno parte dello Stoxx Europe che comprende le prime 600 aziende per dimensioni in Europa considerando tutti i settori. Pertanto non è possibile indicare il numero di aziende che compongono l’indice.
La replica dell’ETF è fatta in modo sintetico tramite swap. Anche se nato solo nel 2019 ha già conquistato tre stelle Morningstar. Nel 2019 ha ottenuto un rendimento del 15% circa mentre da inizio anno sta segnando circa un 2,5%. Le commissioni applicate sono dello 0,30%.
In ambito di biotecnologia si distingue Invesco NASDAQ Biotech negoziato alla Borsa italiana con Isin IE00BQ70R696. Il fondo mira a replicare la performance del NASDAQ Biotechnology Index1 che comprende le azioni dei settore biotecnologico e farmaceutico quotati al mercato NASDAQ.
La replica dell’indice è fatta in modo sintetico attraverso strumenti derivati. L’indice è composto dalle società del settore quotate al Nasdaq ponderate in base alla loro capitalizzazione con la regola che i primi 5 titoli non possono contare per più dell’8% mentre gli altri per più del 4%.
Il fondo è ad accumulazione, e i dividendi vengono reinvestiti nell’indice. Il fondo identificato con l’Isin descritto è nato nel 2018, ma in realtà in questa data ha solo cambiato nome, poiché precedentemente gli ETF Invesco si chiamavano Source e hanno cambiato semplicemente denominazione.
Così si dispone dei rendimenti anche precedenti che, partendo dal 2016 sono stati del 2,35%, 13,99%, -7,77% e 35,5%. Ha conquistato tre stelle Morningstar e prevede spese di gestione annualizzati pari allo 0,40%.
Sempre nel settore biotecnologico si distingue anche iShares Nasdaq US Biotechnology trattato nella Borsa tedesca con Isin IE00BYXG2H39. Il fondo mira a replicare l’indice NASDAQ Biotechnology Index.
L’indice misura i risultati delle società quotate sul mercato azionario NASDAQ classificate come società biotecnologiche o società farmaceutiche e che soddisfano anche altri criteri di idoneità come la capitalizzazione di mercato minima e i requisiti di liquidità.
L’indice di riferimento è praticamente lo stesso dell’ETF di Invesco anche se in questo caso l’emittente dell’ETF è BlackRock la più grande casa di gestione. Anch’essa duplica l’indice in modo passivo e con replica sintetica attraverso i derivati ma è partita nel 2017. Finora non ha ottenuto nessun rating Morningstar con i suoi rendimenti pari a -7,7% nel 2018, 30,6% nel 2019 e 10,8% da inizio 2020.
Qualche differenza tra i due fondi esiste anche se fanno riferimento allo stesso indice: questo è dovuto anche dalla liquidità del fondo stesso che dipende dalla sua dimensione (maggiore è quella di Invesco anche per aver iniziato prima la commercializzazione). Le commissioni di gestione del fondo richieste da BlackRock sono dello 0,35%.
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