Stai cercando informazioni sugli ETF sul caffè? Sei nel posto giusto!
In questa guida scoprirai cosa sono gli ETF sul caffè, quali sono le loro principali caratteristiche, i vantaggi, quanto è possibile guadagnare con gli ETF sul caffè, quali scegliere e comprare e quali sono le migliori piattaforme da utilizzare per investire in ETF sul caffè.
Di seguito trovi una tabella nella quale sono state messe a confronto le principali caratteristiche dei migliori broker per investire in ETF caffè, qual è la nostra valutazione ed il link al sito ufficiale.
Investire in titoli e altri strumenti finanziari comporta sempre il rischio di una perdita di capitale
Il 67% dei conti degli investitori retail perde denaro negoziando CFD con questo fornitore.
Di seguito, invece, trovi una classifica delle migliori piattaforme dove comprare ETF Caffè:
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Gli ETF sono fondi a basse commissioni di gestione negoziati in borsa come le normali azioni. Il loro obiettivo è quello di replicare un sottostante che può essere un indice azionario, obbligazionario, una valuta o una materia prima.
Sono così strumenti semplici, poiché fanno riferimento ad un indice e sono strumenti trasparenti, poiché questo indice è quotato pubblicamente.
Gli ETF sono strumenti di invesitmento flessibili poiché si possono modulare in base all’orizzonte temporale dell’investitore adattandosi sia ad un trading intraday che ad un investimento di lungo periodo, sono economici poiché permettono di contenere i costi di gestione e si evita il rischio emittente grazie alla costituzione dell’ETF come fondo con patrimonio separato rispetto ad altri tipi di investimento.
Occorre quindi andare ad indagare sul sottostante per comprendere l’andamento che ha e per quali motivi oscilla. Il caffè è una delle materie prime più scambiate dopo il petrolio e i metalli e ha delle caratteristiche interessanti per un investitore.
Innanzitutto è a domanda rigida, nel senso che le vicissitudini economiche così come i cicli stagionali naturali non vanno ad intaccare la richiesta da parte dei consumatori. Ci sono diverse qualità di caffè e ci sono addirittura due quotazioni della materia prima per le due tipologie principali: l’arabica e la robusta.
L’arabica che è principalmente prodotta in America Latina è quotata alla borsa di New York, mentre la robusta che è prioritariamente coltivata in Africa è quotata alla borsa di Londra. Gli ETF o ETC, più esattamente (Exchange Traded Commodities), che sono tradati fanno riferimento alla qualità arabica, che è quella migliore dal punto di vista qualitativo.
Sulla robusta troviamo dei future, che, in ogni caso, hanno minore commercializzazione rispetto a quelli sull’arabica. Visto che la richiesta da parte dei clienti è piuttosto stabile, la fluttuazione del prezzo dipende dalla produzione e dalla quantità di scorte oltre che dal valore della moneta del paese produttore.
Poiché il principale Stato esportatore di caffè è il Brasile, il prezzo del caffè, espresso in dollari, segue l’andamento del Real. Il caffè è una coltivazione e per questo non tutte le annate sono uguali, anche se, una volta arrivata all’età di 4 anni, la pianta continua a produrre nuove bacche e si ha un raccolto continuo.
Dall’andamento delle scorte, quindi da quanto rimane invenduto, si hanno le variazioni nella quotazione in modo inversamente proporzionale. Le impennate e le discese sono dettate principalmente da questo fattore, tenendo conto dei periodi di raccolta che variano da un continente all’atro e da una latitudine ad un’altra.
In questa commodities, proprio per le sue caratteristiche, può essere utile l’analisi tecnica unitamente a quella fondamentale, poiché soggetta a cicli stagionali produttivi che in parte determinano le maggiori o minori scorte a disposizione e possono dare qualche indicazione sui punti di massimo e di minimo più probabili.
Ovviamente ci possono essere altre ragioni che possono modificare il prezzo del caffè quali periodi di siccità, scioperi o lotte con i braccianti agricoli o infestazioni delle colture e su questo occorre seguire le notizie sulle colture di caffè e sui problemi che possono incontrare, parte che spetta all’analisi fondamentale.
Anche la parte relativa alla correlazione con il Real in particolare e le valute dei paesi emergenti più in generale, necessita di una commistione tra analisi tecnica e analisi fondamentale.
La preponderanza di un’analisi piuttosto che dell’altra dipende anche dall’orizzonte temporale che si sceglie di avere nell’investimento: se vi è uno sbilanciamento per il breve periodo ci sarà una preponderanza di analisi tecnica, mentre se si ha più un’idea di lungo periodo, sarà più importante l’analisi fondamentale.
In teoria gli ETF sul caffè potrebbero seguire sia una replica fisica che una replica sintetica. La replica fisica presupporrebbe di dover acquistare i chicchi e di immagazzinarli. Oltre alla difficoltà intrinseca del magazzino, ci sarebbe anche il problema del deterioramento, mentre l’ETF è caratterizzato da non avere una scadenza.
Per questo gli ETF sul caffè fanno riferimento ad un indice rappresentativo dell’andamento del prezzo del caffè. Il più acquistato e quindi più negoziato, oltre che di maggior valore, è quello di qualità arabica, motivo per cui gli indici principali si basano sull’andamento della qualità arabica.
La robusta, anche perché meno negoziata, gode di minore volatilità. Gli ETF a leva hanno come sottostante solitamente un future, che può costituire anche il sottostante di un prodotto senza leva, investendo la giusta quantità di denaro.
Ipoteticamente sarebbe possibile avere un ETF short che si basa su un future che, per sua natura, può essere utilizzato in entrambi i sensi. La realtà è che non si trova un ETF short.
C’erano fino a qualche anno fa ma probabilmente per effetto dello spostamento degli interessi degli investitori verso i certificati che possono anche prevedere una certa protezione del capitale o comunque, data la loro crescente diffusione, si trovano con una maggiore possibilità di essere tradati in borsa, hanno sottratto quote di mercato agli ETF.
Una minore diffusione del prodotto implica una minore liquidità oltre che una più grande difficoltà di poter mantenere il livello di spese di gestione definito dal fondo.
Oltre che per effetto dei certificati, regolarmente quotati in borsa, la diminuzione di interesse per gli ETF è dovuta anche allo spostamento dell’interesse degli investitori verso i CFD, che attraverso una contrattazione OTC, cioè che si basa su una contrattazione fuori dai mercati regolamentati con cui si utilizza l’effetto leva e si può investire sia in rialzo che in ribasso e soprattutto, che è stimolata dai broker CFD che si sono moltiplicati negli ultimi anni cercando di coinvolgere un sempre più alto numero di persone.
Gli ETF, per loro natura, prevedono un investimento meno rischioso rispetto a CFD e future che hanno necessità di un margine di sicurezza versato dall’investitore per poter mantenere l’investimento, cosa che può costringere a chiudere la posizione che si è aperta.
Con gli ETF questo non succede: si investe una certa somma e con quella si compra un titolo e questo viene quotato in borsa e segue le vicissitudini del sottostante. Questo avviene in modo naturale, poiché domanda ed offerta si baseranno sulla quotazione dell’indice del caffè.
Se l’ETF è sufficientemente liquido, il suo andamento sarà molto simile a quello dell’indice, se è meno liquido sarà un po’ più a scalini ma il risultato sarà similare. È questo uno dei motivi per cui si chiudono gli ETF che non hanno sufficiente mercato: se non è possibile replicare l’andamento, l’ETF catturerà sempre meno investitori ed è opportuno anticipare i tempi senza aspettare prima che ci siano difficoltà con le spese di gestione che si riescono ad acquisire.
Attraverso questo collegamento tra sottostante ed ETF potrai investire sul caffè attraverso questo strumento giocando, praticamente, solo sui rialzi del prezzo della materia prima.
Investire sul caffè senza il tramite di uno strumento rappresentativo dello stesso sarebbe molto difficile. Dovresti acquistare la materia prima, trovando i fornitori, stoccarla e poi rivenderla cercando i clienti. Un lavoro più che un investimento.
Per questo motivo occorre trovare un altro modo per poter lucrare sulle differenze di prezzo e uno di questi metodi è l’ETF. Se la nostra intenzione è quella di non utilizzare leve, praticamente questo è l’unico modo.
Certificati, futures e CFD prevedono leve o regole differenti che non rendono così liscio l’investimento. Con un ETF attraverso leve più o meno forti puoi modulare tu l’investimento come vuoi e l’assenza di versamento di margini lo rende adatto sia a strategie di breve che di lungo periodo.
Oggi l’indice di caffè arabica è ai minimi da molti anni e questo sembrerebbe indicare il momento per un rilancio. Questo ovviamente non è scontato ma sembrerebbe il momento giusto. Se si ha qualche incertezza si possono studiare alcune strategie.
Una potrebbe essere quella di investire 100 € al mese per formare un piano di accumulo mediando il prezzo, cosa che ci permette di avere liquidità sufficiente per approfittare di ulteriori ribassi. In quel caso potresti mettere maggiore liquidità approfittando dell’ulteriore diminuzione del prezzo.
Altra strategia potrebbe essere quella di investire subito la metà di quello che hai intenzione di immettere nel caffè e tenere la differenza se il prezzo subisse un ulteriore importante ribasso. Così, fatto 100 quello che vuoi mettere sull’ETF sul caffè, ne metti 50 subito comprando il caffè diciamo a 10.
Se il prezzo del caffè in seguito diventasse 8, potresti mettere gli altri 50, così da ottenere un prezzo medio di 9. In questo modo, basterebbe che il prezzo tornasse a 10 per avere il 10% di guadagno. Non ci sono regole fisse, ma, in linea di massima, è meglio tenere un po’ di liquidità pronta da inserire per mediare il prezzo in caso di andamento sfavorevole del mercato.
Come prevedere cosa succederà non è semplice. Ci si può far aiutare dall’analisi tecnica per scegliere il momento in cui si può entrare con una maggiore possibilità di successo, ma in questo settore quello che conta è l’analisi fondamentale che deve tener conto di situazione meteorologica, di movimenti dei lavoratori, dell’andamento delle valute emergenti e, di conseguenza, della situazione politica negli Stati maggiori produttori di caffè arabica.
Un altro dubbio che ti dovrebbe venire è che, fatto 100 il tuo patrimonio, quale percentuale di esso dovresti mettere sul caffè?
Come in molti casi succede quando si parla di temi economici, la risposta esatta è dipende. Per stabilire quanto investire in un determinato comparto, devi capire la tua propensione al rischio. Non si parla della risposta che dai sul questionario della Mifid, ma di quello che vuoi fare davvero. Dipende anche dagli investimenti che già detieni, da quanto è il tuo patrimonio complessivo e dagli impegni finanziari che hai.
In ogni caso, una volta stabilito quanto vuoi mettere in un comparto a rischio e, anche se tu avessi una fortissima propensione al rischio questo non dovrebbe essere più del 50% di quello che possiedi, in una singola materia prima è consigliabile limitare l’investimento al 10% della parte che vuoi collocare sull’azionario, quindi il massimo dei massimi dovrebbe essere il 5% del tuo patrimonio personale.
Sicuramente tra gli investimenti azionari che farai ce ne sarà almeno uno che ti ha fatto o ti farà guadagnare tantissimo e ti farà ingolosire, ma ti devi rendere conto che il rischio va sempre in due direzioni, cioè tanto facilmente puoi guadagnare, tanto facilmente puoi perdere e ovviamente vale anche il contrario.
Nel panorama mondiale si è avuta una chiusura di molti ETF sul caffè. Da una parte questo è dovuto alla nascita di nuovi prodotti più adatti alla speculazione che hanno sottratto una parte degli investitori. Dall’altra è dovuto al calo del prezzo del caffè che ha fatto uscire dall’investimento, probabilmente registrando una perdita, un’altra parte degli investitori.
Trovi ancora una famiglia di ETF della società Wisdom Tree, specializzata in ETF e che emette, nella forma long alcuni ETF che si differenziano per la valuta di riferimento (dollaro o euro) e per la leva di cui dispongono. Qua di seguito ne trovi qualcuno.
Il primo nella versione long senza leva in valuta statunitense è WisdomTree Coffee che ha Isin GB0B15KXP72 quotato anche alla Borsa italiana. Il suo rendimento rispecchia l’andamento dell’indice del caffè. Così nel 2016 e nel 2018 ha guadagnato rispettivamente il 3% e il 5% mentre nel 2017 ha perso il 12% e nel 2019 il 4%.
Da inizio anno sta registrando un -28%. Il suo sottostante è l’indice Bloomberg Coffee Subindex e i costi di gestione sono pari allo 0,49%. I movimenti di questo indice dipendono dalla media dei prezzi dei futures che fanno riferimento al caffè arabica con le diverse scadenze.
Un secondo ETF sul caffè, questo con leva 2, è WisdomTree Coffee 2x Daily Leveraged il cui Isin è JE00B2NFTD12 ed è negoziato alla Borsa italiana e valorizzato in dollari. Rispetto al fondo senza leva si trovano delle importanti differenze.
Infatti, nel 2016 questo ETF ha perso il 5%, nel 2017 il 37% nel 2018 il 51% e finalmente nel 2019 ha guadagnato 16%. Da inizio anno sta perdendo il 53%. Dalle dichiarazioni nel prospetto informativo è difficile giustificare queste differenze poiché viene dichiarato che il sottostante è lo stesso cioè il Bloomberg Coffee Subindex.
La differenza è ovviamente da ricercarsi nella diversa propensione degli investitori nel lanciarsi in un prodotto long a leva per questo comparto già dal 2016 in difficoltà. Le commissioni che devono essere pagate sono pari allo 0,98% su base annua e questo, naturalmente, qualunque sia la performance del fondo.
Un altro ETF è a leva 3 ed è WisdomTree Coffee 3x Daily Leveraged, il cui Isin è JE00BYQY3Z98, negoziato nella Borsa italiana.
Anche in questo caso i rendimenti si vede come non rispecchino la leva: nel 2016 l’ETF ha perso il 16%, nel 2017 la sua flessione è stata pari al 54%, nel 2018 perde nuovamente il 69% e solo nel 2019 guadagna il 6%. Da inizio anno ha visto una flessione del 71%.
Anche qua si è vissuta una previsione molto più grave di quella che è stata poi verificata dovuta all’effetto leva. Il riferimento è sempre lo stesso Bloomberg Coffee Subindex dal cui andamento si è scostato anche perché un investitore per accettare il rischio, si è reso disponibile ad acquistare la quota ad un prezzo sensibilmente inferiore. Tutto ciò è sempre il frutto di domanda ed offerta.
I rendimenti annui devono essere presi come indicazione e servono, in particolare per chi vuole un investimento di lungo periodo e non un trading continuativo. In questo caso è molto più interessante la volatilità per valutare le potenzialità di differenze.
La volatilità a tre anni riportata sui siti ci può fornire un’indicazione di massima: nella versione senza leva è pari al 26%, nella tipologia leva 2 è pari al 51%, mentre per la versione leva 3 arriva al 73%.
Per avere un’indicazione più puntuale è opportuno esaminare il grafico dell’anno per individuare due ordini di grandezza che corrispondono alla differenza tra massimo e minimo del periodo che corrisponde al tuo orizzonte temporale. Questo sarà un’indicazione sia del massimo che puoi guadagnare che di quello che puoi perdere: starà a te stabilire se è il movimento che fa per te.
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