Qual è la differenza tra carta di credito e carta di debito? Quando si apre un conto corrente, spesso si ha la possibilità di associare allo stesso una carta di debito e una carta di credito.
La carta di debito è l’evoluzione del bancomat e permette di poter effettuare operazioni che tradizionalmente venivano portate a termine solo attraverso gli sportelli bancari e l’utilizzo del contante in autonomia. La carta di credito, invece, nasce con uno spirito diverso, cioè con l’intento di ottenere un anticipo di contante che potrà essere restituito successivamente.
Spesso sono due strumenti che diamo per scontati ma che non lo devono essere e possiamo imparare a conoscerli meglio per poterli utilizzare nel modo più corretto e proficuo per i nostri interessi.
Il rapporto di conto corrente è nato molti anni fa per regolare le transazioni di tutti i giorni e deriva dalla centralità dell’utilizzo del denaro come accordo universale e accettato per entrare in possesso di beni e di servizi.
Questo rapporto fino a una trentina di anni fa circa si svolgeva solo in orario d’ufficio recandosi personalmente in banca per poter versare, prelevare, effettuare bonifici e per ogni altra esigenza si dovesse avere sul conto corrente. Con l’evoluzione della tecnologia sono nati gli sportelli automatici, gli ATM, attraverso i quali il cliente poteva operare in autonomia.
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Per far sì che una persona si potesse identificare sono state ideate le carte plastificate, prima con banda magnetica, evolute poi in quelle con il chip, inserendo le quali si aveva accesso al proprio conto per prelevare. Per evitare utilizzi non autorizzati in caso di furto o smarrimento della carta, alla carta era abbinato un codice segreto che il cliente si impegnava a non comunicare a nessuno.
In Italia questo sistema era gestito dalla società Bancomat, costituita da tutte le banche insieme, in modo da gestire il prelievo di un cliente di una banca presso l’ATM di un’altra. Per questo motivo esistono spesso le commissioni da pagare sul prelievo agli sportelli che non appartengono alla propria banca.
Il limite del Bancomat era la sua utilizzabilità solo in Italia. Per questo motivo, con l’aumentata esigenza di poter usare la carta anche per prelevare in un altro Stato, sono state introdotte altre tipologie di carte che si appoggiano a circuiti diversi, globalmente riconosciuti come Mastercard e Visa.
Da questo nascono le carte di debito, che, appunto non possono essere chiamate bancomat, poiché non utilizzano il circuito Bancomat. Il funzionamento però è il medesimo, poiché vengono collegate direttamente al conto corrente che viene addebitato immediatamente attraverso le comunicazioni del circuito.
Questo, infatti, coinvolge tutte le banche e anche questo, come nel nostro piccolo il circuito Bancomat, è costituito da banche ed enti finanziari che demandano il compito di queste registrazioni ad un ente che comunica con tutti. Con il tempo, poi, le esigenze del cliente si sono modificate.
Le stesse carte sono state utilizzate per pagare direttamente presso gli esercenti utilizzando le stesse modalità attraverso cui si preleva denaro agli ATM: presentando la carta e digitando il PIN. Queste nuove macchine, detti lettori POS, hanno permesso di rivolgersi ancora meno agli sportelli bancari poiché i limiti di spesa con l’addebito sulla carta sono più alti di quelli del prelievo e hanno reso le tasche di tutti meno ingombrate dai contanti.
Questo utilizzo delle carte ha il vantaggio di permettere alle persone di non muoversi con i contanti in tasca e di non dover nemmeno preventivare quanto denaro può servire: con la carta è tutto automatico. Questo è ancora un più grande vantaggio nei viaggi all’estero in cui è più difficile pensare a quanto denaro può essere utile.
L’utilizzo dei circuiti Mastercard e Visa ha semplificato molto gli spostamenti, per i quali, inizialmente, occorreva organizzarsi per tempo. Era il momento in cui ancora non c’era nemmeno l’euro e, quindi, per spostarsi anche solo in Francia era necessario provvedere ad ordinare presso lo sportello bancario un ammontare di Franchi Francesi definito, che bisognava portarsi appresso per effettuare i pagamenti nella moneta corrente francese.
Al ritorno, ci si recava nuovamente in banca con il denaro avanzato e si chiedeva di convertirlo nuovamente in lire. Oltre al rischio di portare il denaro contante con sé, c’era il dubbio se il denaro preventivato sarebbe stato sufficiente a coprire tutte le spese e spesso si tendeva ad abbondare, altrimenti ci si sarebbe dovuti recare presso un agente di cambio locale che avrebbe applicato un tasso più alto di quello della banca.
In definitiva, occorreva un investimento maggiore di quello necessario e si doveva correre un doppio rischio di cambio, sia prima della partenza che dopo l’arrivo. Oggi non ci si pensa nemmeno più a tutta questa dinamica, si va all’estero, si cerca un ATM con il circuito indicato sulla nostra carta di debito e si preleva il contante se è necessario, altrimenti, si paga direttamente con la carta in tutti i negozi, ristoranti e alberghi in cui ci si reca.
Sussiste ancora un problema sulle commissioni applicate sul tasso di cambio da parte delle banche, ma sicuramente la situazione è migliorata e comincia ad esserci una certa concorrenza sulle commissioni di cambio valutario, che le stanno schiacciando sempre più.
La carta di credito, strumento più evoluto e con più sfaccettature della carta di debito, è, in realtà, stata introdotta prima della carta di debito. La prima carta di credito è del 1950 negli Stati Uniti, mentre in Europa arriva negli anni 60. Un romanzo futuristico della fine dell’Ottocento aveva già avuto un’idea simile a quella che sarebbe stata la futura carta di credito.
La tecnologia allora non favoriva lo sviluppo e la carta di credito era possesso delle persone maggiormente affidabili. Esibendo la carta di credito, i possessori potevano ottenere i servizi dei negozi aderenti e ricevere poi il conto a fine mese, conto a cui sarebbe stata applicata una commissione. Questo aveva il vantaggio di posticipare il pagamento e di non dover essere in possesso dei contanti per affrontare le spese.
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Senza i POS per passare la carta, allora l’esercente che era convenzionato con la carta, telefonava all’emittente e chiedeva conferma di poter ritenere valida la carta. Il conto lo avrebbe poi inviato all’emittente che avrebbe pagato prontamente, riscuotendo poi dal cliente nei tempi concordati. Non c’erano grossi controlli e il sistema si manteneva in piedi grazie alla scarsa diffusione della carta e degli esercizi convenzionati.
L’introduzione della tecnologia ha reso poi il mezzo di pagamento similare al funzionamento del bancomat. Inizialmente, però, alla carta non era associato un PIN, ma il titolare della carta doveva firmare la carta sul retro ed esibire un documento d’identità assieme alla card plastificata. Lo scontrino emesso dal POS aveva uno spazio per la firma del titolare che autorizzava l’operazione.
Questo sistema non era pienamente efficiente perché spesso il documento d’identità non veniva preteso dall’esercente e non veniva controllata la firma, soprattutto se la fila nel negozio si allungava. Alla firma, con il tempo, si è sostituito il PIN da digitare sul terminale, arrivando ad un utilizzo simile a quello della carta di debito.
È l’essenza del contratto che è assolutamente differente. Con la carta di credito non viene addebitato direttamente il conto corrente e il conto totale non viene nemmeno richiesto a fine mese. Il numero di transazioni non lo permette più.
Prima del rilascio della carta di credito viene sempre esaminato il titolare e gli viene assegnato un limite massimo, detto plafond, che corrisponde all’importo massimo che questo può spendere in un mese. Man mano che effettua le spese, il plafond viene decurtato dell’importo speso e la carta di credito può sempre essere utilizzata fino all’esaurimento del plafond.
Alla fine del mese si fa tutt’oggi il conto, come avveniva inizialmente, e viene inviato alla banca presso la quale è appoggiata la carta di credito per l’addebito dell’importo dovuto alla data del mese successivo concordata che normalmente è tra il 10 e il 15.
Nelle carte di credito a saldo, questo corrisponde al totale del conto chiuso alla fine del mese precedente. Nelle carte di credito rateizzabili, dette anche carte revolving, invece l’importo dovuto è quello pari alla rata calcolata o che il cliente ha deciso di pagare. In questo caso il plafond del mese successivo non sarà intero: non viene permesso di utilizzare la parte che deve essere ancora restituita.
Rispetto alle carte di credito iniziali, quelle attuali prevedono un aumento di spese e di interessi solo in caso di carta revolving, mentre per quella a saldo viene richiesto soltanto l’importo speso, eventualmente aumentato dell’imposta di bollo.
Per contro, spesso, vengono richiesti canoni annuali per sostenere le spese fisse. Ci sono anche vie di mezzo tra le due soluzioni in cui si permette al titolare di rateizzare solo alcune spese superiori ad una certa cifra. Con questo sistema c’è maggiore chiarezza sulle rate da sostenere e su quanto ripagare il mese successivo. Anche in questo caso il plafond viene decurtato dell’importo ancora da rimborsare e man mano che si pagano le rate viene reintegrato.
La carta di credito è quella che è stata più facilmente utilizzata nei viaggi all’estero precedentemente all’introduzione delle carte di debito, quando le banche erano solite fornire assieme al conto corrente solamente la carta Bancomat. Attraverso la carta di credito si poteva supplire alle difficoltà dei cambi valutari ed evitare il prelievo.
Nel momento in cui hai necessità di prelevare denaro contante, i costi del prelievo tramite carta di credito sono veramente molto elevati e non sono molto convenienti, ma la parte preponderante delle spese della vacanza poteva essere coperta attraverso la carta di credito che da sempre ha viaggiato su circuiti internazionali.
Se la prima carta di credito è stata Diners, questa ha avuto una scarsa diffusione, mentre nella lotta per la fetta di mercato più grande si sono lanciati American Express, Mastercard e Bank Americard (oggi Visa) tra le quali Mastercard e Visa hanno distanziato la prima per numerosi accordi che ne hanno determinato la diffusione da cui dipende grandemente la comodità di utilizzo.
Oggi, American Express sta pareggiando i conti grazie anche alla possibilità di associare le carte ai wallet digitali come Apple Pay e Google Pay con cui si può pagare in molti negozi.
Dopo questa panoramica sui due strumenti e sulla loro evoluzione, si vede chiaramente che quello che li accomuna è essenzialmente la forma fisica e il fatto che sono entrambi strumenti di pagamento, mentre il loro funzionamento e il modo in cui il cliente sostiene l’esborso effettivo è molto diverso.
Da queste differenze discende il fatto che, mentre per la carta di debito non è necessaria alcuna istruttoria, ma viene assegnata automaticamente quando si apre un conto corrente, visto che funziona solamente quando sono disponibili fondi sul conto corrente, la carta di credito viene emessa solo a favore di persone che vengono ritenute idonee a poter rimborsare il debito successivamente, secondo le varie modalità stabilite dalla carta di credito stessa.
È per questo che assume valore quanto una persona guadagna mensilmente, quanto è esposta con altri finanziamenti e come ha pagato eventuali altri debiti sottoscritti negli ultimi anni.
La tecnologia assiste entrambe le forme di pagamento attraverso il controllo di molte funzioni attraverso l’app e l’area clienti delle banche o degli emittenti. La diffusione delle carte le ha rese soggette ad essere dei bersagli per malintenzionati, che, si sa, sono sempre un passo avanti alle vittime per definizione. La sottrazione di dati tramite siti internet è una pratica sempre più diffusa, ma molti acquisti ormai si concludono quasi esclusivamente attraverso la modalità online.
Questa può essere conclusa sia con le carte di credito che con quelle di debito attraverso l’indicazione del numero di carta e, solitamente, del CVV stampigliato dietro. Alcune carte prevedono così che la transazione debba essere confermata tramite la notifica dalla app piuttosto che attraverso un codice particolare.
Questo per mettere al riparo da transazione non desiderate. Allo stesso tempo, però, il cliente può tutelarsi bloccando e sbloccando le possibilità di utilizzo della carta in vari modi: congelando la carta, non permettendo l’utilizzo in determinate aree geografiche o in determinate modalità come quella online piuttosto che il prelievo agli ATM. Tutti strumenti molto utili che possono essere difesi grazie all’impostazione del riconoscimento biometrico per l’accesso all’app.
Se le carte di debito e di credito possono somigliarsi molto, ci sono dei particolari cui fare attenzione per capire cosa abbiamo di fronte. Innanzi tutto normalmente è scritto sopra se si tratta di Debit o Credit Card e anche l’individuazione del circuito è un indizio importante.
Se si tratta di Diners o di American Express sicuramente si tratta di carta di credito, poiché queste emittenti si sono specializzate in questo senso, mentre se la carta è Visa o Mastercard possono essere entrambe le forme. Si può notare, però, come le cifre stampigliate sulla carta siano in rilievo solamente per le carte di credito mentre le carte di debito le presentano solo stampate.
Entrambe, invece, hanno la scadenza e il CVV dietro e presentano ancora lo spazio per la firma anche se questa non viene più utilizzata per le carte di credito e non è mai stata necessaria per quelle di debito.
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