Stai cercando informazioni sui CFD? Sei nel posto giusto!
In questa guida scoprirai cosa sono i CFD, quali sono le principali caratteristiche, i loro vantaggi, quanto è possibile guadagnare con i CFD, come fare trading con successo con questi e strumenti e quali sono le migliori piattaforme di trading da utilizzare per la compravendita di CFD.
Di seguito trovi una tabella nella quale sono state messe a confronto le principali caratteristiche delle migliori piattaforme di trading con i CFD, qual è la nostra valutazione ed il link al sito ufficiale.
Il 67% dei conti degli investitori retail perde denaro negoziando CFD con questo fornitore.
L'82% dei conti di investitori al dettagli perde denaro a causa delle negoziazioni con questo fornitore. Valuta se puoi permetterti di correre questo rischio elevato di perdere il Tuo denaro.
I CFD sono strumenti complessi e presentano un rischio significativo di perdere denaro rapidamente a causa della leva finanziaria. Il 74-89 % dei conti degli investitori al dettaglio subisce perdite monetarie in seguito a negoziazione in CFD. Valuti se comprende il funzionamento dei CFD e se può permettersi di correre questo alto rischio di perdere il Suo denaro."
Di seguito, invece, trovi una classifica dei migliori broker per il trading di CFD disponibili nel 2022:
*L’82% dei conti di investitori al dettagli perde denaro a causa delle negoziazioni con questo fornitore. Valuta se puoi permetterti di correre questo rischio elevato di perdere il Tuo denaro.
CFD è l’acronimo di contract for difference, in italiano “contratto per differenza” e sono degli strumenti finanziari di tipo derivato. Questo vuol dire che si basano su altri prodotti finanziari che possono essere azioni, futures, indici, valute, materie prime, i quali prendono il nome di “sottostanti”.
Non si compra o si vende lo strumento finanziario sottostante su cui si basa il contratto, ma semplicemente l’accordo è sulla differenza di quotazione dello stesso, amplificato da un effetto leva che è un moltiplicatore che viene applicato alla stessa differenza.
Attraverso questo effetto leva si può lucrare o perdere una differenza importante senza avere a disposizione l’intero ammontare che sarebbe richiesto per comprare la stessa quantità di sottostante.
Ad esempio, voglio acquistare 10 azioni Apple dal costo di 300 dollari l’una (totale 3000 dollari), ma ho a disposizione un capitale pari a 500 dollari. Grazie ai CFD e all’effetto leva posso acquistare lo stesso un valore totale di azioni pari a 3000 dollari.
A garanzia di questo accordo l’investitore versa un margine come garanzia della perdita che può affrontare.
Come accade per il sottostante, anche il CFD viene quotato e segue l’andamento del prodotto di base e le perdite e i guadagni funzionano allo stesso modo: fintanto che non si opera in senso opposto (fino a quando non si chiude il contratto) lucri e passivi sono teorici e possono cambiare direzione.
Il CFD, diversamente da altri tipi di asset, si può acquistare sia long che short, cioè sia acquistando che vendendo il prodotto. Ci sarà chi va lungo come chi va corto.
Anche se non esiste una controparte predefinita, vale a dire non devi trovare chi va nella direzione opposta rispetto a quella da te scelta, puoi portare a termine l’operazione se sul mercato esiste un altro compratore o venditore che intende portare a termine l’operazione contraria a quella da te impostata allo stesso prezzo.
Le due posizioni vengono combinate ed entrambi acquisiscono i diritti di segno opposto. Praticamente questo dialogo si effettua attraverso una piattaforma cui si accede tramite un conto di trading aperto con un istituto finanziario che può essere un broker, una banca o altro intermediario autorizzato.
Per poter operare con i CFD secondo la normativa comunitaria, occorre compilare un questionario attraverso il quale viene attestata la conoscenza e la capacità finanziaria di far fronte alle perdite potenziali: si tratta dello stesso questionario da compilare per poter tradare altri prodotti derivati con i quali si acquisisce un rischio maggiore rispetto a quello dei prodotti finanziari più tradizionali.
Oltre a conoscenza e capacità finanziaria, viene esaminata anche la tua propensione al rischio, che deve essere elevata perché questi contratti possano essere ritenuti adeguati al tuo profilo. In base alle risposte che dai e alla valutazione dell’ente che le deve esaminare puoi avere accesso o meno alla contrattazione e al grado di rischio che puoi affrontare.
L’ente cui ti appoggi può, infatti, decidere di limitare la tua capacità di leva finanziaria che puoi affrontare.
Tipicamente, gli enti autorizzati da Stati appartenenti all’Unione Europea che devono attenersi alla normativa Mifid e che vengono controllati dall’ESMA sono più severi rispetto ad altri nel permettere questo tipo di contrattazione.
È questo uno dei motivi che vede il proliferare di broker che fanno riferimento a normative più permissive o che hanno sede in Paesi che hanno attuato la normativa con un po’ più di lassismo. Nella scelta di questi tipi di broker c’è il pro e il contro, poiché alla maggiore difficoltà nell’accedere al mercato corrisponde un più alto grado di controllo e di garanzia sull’operato degli stessi enti di riferimento.
Una volta ottenuto accesso alla piattaforma devi versare la somma che intendi investire con i CFD. Il totale di quanto versato non deve essere obbligatoriamente utilizzato per le operazioni che vuoi portare a termine, anzi è buona norma lasciare un buon cuscinetto per far fronte alle oscillazioni del mercato.
Quando compri o vendi un CFD, infatti, ti viene trattenuto solo il margine, ma, secondo la quotazione, se questa presuppone teoricamente una perdita poiché il corso del CFD si muove in direzione opposta rispetto a quella da te prevista, il tuo conto deve essere capiente per garantire che tu possa onorare la tua posizione.
Per esemplificare, se tu versi 300 € per aprire il tuo conto e apri una posizione in CFD che richiede un margine di 100 €, la tua posizione rimarrà aperta fino al momento in cui l’oscillazione negativa corrispondente al tuo contratto sarà inferiore ai 200 €.
Quando arriva a questa cifra, la maggior parte dei broker chiuderà automaticamente la tua posizione.
Perché ciò non avvenga dovrai far pervenire nuova liquidità sul tuo conto. In questo modo avrai ancora tempo per attendere che la quotazione cambi direzione e la tua posizione possa essere in guadagno.
È interesse del broker acquisire nuove somme da parte tua, per cui, normalmente, quando ti avvicini al limite, ti verrà comunicato quanto sta succedendo e ti verrà chiesto un bonifico integrativo e, anticipando la contabile di bonifico, ti potranno tenere aperta la posizione.
Il primo e più importante vantaggio possibile dei CFD è che con poco capitale (poche centinaia di euro) puoi investire e guadagnare come se avessi investito molto – a fronte, però, di alti rischi di investimento.
Se tu volessi fare la stessa operazione con strumenti non derivati o comunque senza leva, per poterla effettuare dovresti prendere a prestito del denaro su cui pagare un tasso di interesse, sempreché trovi qualcuno disposto a prestarti l’intero importo.
In secondo luogo – posto che dovrai sempre a tenere a mente le possibili perdite dovute da investimenti con questo grado di rischio come i CFD – i Contratti per Differenza sono strumenti che è possibile negoziare anche con una disponibilità piccola e costruire con una velocità sicuramente superiore a quella degli investimenti tradizionali, con un piccolo o grande tesoretto.
Non perché siano effettivamente confrontabili, ma solo perché si tratta di alternative alle soluzioni comuni che possono esserti proposte. Se pensiamo alla percentuale di guadagno che si può ricavare con un fondo comune di investimento anche se rischioso, di tipo azionario, si può arrivare ad un 20% annuo il quale, tradotto su base mensile, è un po’ meno del 2%.
Se riprendiamo l’esempio in cui abbiamo investito 300 euro, questo vuol dire guadagnare 60 euro in un anno e quindi circa 6 euro in un mese.
Con un minimo di studio degli andamenti di un singolo sottostante e con l’obiettivo di guadagnare un euro al giorno, con i CFD si guadagnerebbero circa 250 euro in un anno con un rendimento di circa l’80%, quattro volte tanto della più rosea ipotesi del fondo azionario. Ricorda, però, che si tratta di investimenti a rischio estremamente elevato.
Un terzo vantaggio che si ha con i CFD è che il capitale è sempre a nostra disposizione. Infatti, esistendo un mercato sempre attivo e con scambi continui, possiamo uscire dall’investimento in qualsiasi momento.
Un quarto vantaggio è che non ci sono limiti potenziali al guadagno e al numero di operazioni che possono essere poste in essere. Ma, allo stesso tempo, non ci sono neanche limiti sulle perdite.
Ricorda sempre che i CFD sono prodotti con leva finanziaria, sono molto volatili e comportano un forte rischio di perdita del capitale.
Esistono diversi tipi di CFD. Una prima classificazione si basa sulla tipologia di sottostante su cui si basano. Individuiamo così:
Su questi stessi sottostanti esistono altri derivati come possono essere i future ed esistono CFD che fanno riferimento invece che allo stesso sottostante ai future sull’asset di riferimento.
La particolarità di questi CFD è che, come il future sottostante, anche questi inevitabilmente hanno una scadenza, per cui quando ci si avvicina alla stessa occorre chiudere le posizioni.
I CFD amplificano semplicemente gli andamenti di asset negoziati tradizionalmente e spesso sentirai parlare di due tipi di analisi delle quotazioni: l’analisi tecnica e l’analisi fondamentale.
La prima si basa sull’andamento dei tracciati ed è quella che stabilisce supporti e resistenze, mentre la seconda si basa sugli avvenimenti macroeconomici o microeconomici a seconda dell’asset preso in considerazione, che hanno un peso sulla quotazione dello stesso.
Quale delle due seguire dipende molto dall’orizzonte temporale che ci prefiggiamo con l’investimento: se pensiamo a guadagni su base intraday o settimanale, ci baseremo quasi esclusivamente sull’analisi tecnica, mentre se pensiamo ad un investimento di lungo periodo è molto più utile l’analisi fondamentale.
La leva insita nei CFD, fa propendere per operazioni di breve e brevissimo periodo, per le quali ha un maggior peso l’analisi tecnica.
Per tradare con i CFD e aumentare le tue possibilità di guadagno – che, ti ricordo, non è una prospettiva assicurata e, anzi, ha alte probabilità di fallimento – la logica è uguale a quella di qualsiasi altro mercato, vale a dire occorre comprare a poco e vendere a tanto o, viceversa, vendere a tanto e comprare a poco.
Questa, è chiaro, non è una situazione così automatica; bisogna quindi prestare attenzione ai livelli cui si trova il sottostante per decidere come direzionare il proprio investimento.
In linea di massima, bisogna essere pronti anche ad aspettare che la propria scelta prenda la piega che vogliamo e questo può voler dire avere a disposizione un buon margine per sostenere le nostre convinzioni, oppure occorre mettere in atto delle sicurezze.
Un primo stratagemma che può essere utilizzato è, una volta decisa una direzione, fissare immediatamente due livelli in cui viene chiusa l’operazione, un take profit, con cui decidiamo che il guadagno per noi è sufficiente e lo portiamo a casa e uno stop loss, con cui decidiamo che la direzione che il CFD ha preso continuerà per lungo tempo e pertanto non si ritiene più profittevole resistere e si preferisce uscire.
Ci sono poi delle varianti in questa strategia come possono essere il trailing stop, con cui arrivati ad un livello di guadagno che non è ancora il nostro target, lo proteggiamo innalzando il livello di stop loss, il quale si concretizza, quindi, in una perdita più piccola.
Altra variante è quella di poter acquistare più unità di base (lotti o microlotti) di un certo CFD e decidere di chiudere la prima con un guadagno basso in modo da poter compensare anche un’eventuale perdita sul secondo, con il quale si mira a guadagnare decisamente di più e questo può essere un modo per evitare di incassare una perdita.
Un’altra strategia che presuppone invece, al contrario, di cominciare con l’unità minima disponibile, è quella di partire in una direzione, e se si guadagna a sufficienza si chiude l’operazione e si ricomincia da capo.
Se invece si è in perdita ad un certo livello, si media effettuando una nuova operazione nello stesso verso della prima con un prezzo più basso o più alto, a seconda che si stia andando long o short. In questo modo si può abbassare il livello di take profit.
Anche questa strategia si può reiterare fino a quando non si arriva al proprio obiettivo, a condizione di avere risorse finanziare sufficienti: infatti, il livello cui agire con la seconda operazione dipende sia dai fondi a disposizione, che dalle prospettive dell’andamento del sottostante.
La base di qualsiasi strategia in effetti è questa: osservare come si comporta il sottostante e fare delle previsioni, studiare i livelli di supporto e di resistenza, vale a dire il livello sotto il quale il corso dell’asset fa fatica a scendere e il livello sopra il quale tende a non salire. Questi, sono livelli che ogni trader deve capire per poter operare.
Ci sono alcune strategie che ci possono proteggere almeno quando siamo indecisi sulla direzione che prenderà il sottostante. Una di queste è l’hedging, che non è accessibile con tutte le piattaforme e con tutti gli intermediari.
Con l’hedging si aprono due posizioni sullo stesso CFD, una long e una short: in questo modo comunque vada si guadagna con una posizione e si perde con l’altra.
A questo punto si può incassare il guadagno e decidere di mantenere l’altra in attesa che vada in guadagno, finanziando la perdita direttamente dal guadagno della prima.
Una strategia simile, che è accessibile con qualsiasi piattaforma, è quella di individuare due sottostanti con andamenti correlati e giocare con una short e con l’altra long, in modo da compensare.
In questo caso, differentemente dall’hedging, profitti e perdite non sono perfettamente allineate, per cui può esserci una situazione in cui si è in guadagno chiudendo entrambe le posizioni oppure in perdita.
Inoltre, occorre tenere in considerazione che ci sono avvenimenti non prevedibili che possono decorrelare i due corsi, pertanto questa strategia è leggermente imprecisa, anche se potrebbe essere occasionalmente un vantaggio.
Se non tutti investono in CFD ci sono dei motivi. Può essere un motivo di tempo, poiché bisogna seguire il mercato e bisogna farlo nei giorni lavorativi, anche se l’apertura delle contrattazioni (quasi con tutte le piattaforme 24 ore su 24), rende possibile a tutti ritagliarsi qualche ora per lavorarci su.
Il motivo più importante, dopo l’elevato tasso di rischio, è la responsabilità: con i CFD siamo noi a decidere le operazioni e quindi non c’è nessuno di cui lamentarsi o su cui scaricare la colpa se le cose non vanno come vogliamo.
Per rinunciare a questo ci possono essere motivi di mancanza di preparazione per cui si ha paura di affrontare l’attività, cosa che chiunque può ottenere tramite gli opportuni studi, oppure proprio una questione caratteriale, poiché l’approccio mentale con cui ci si mette davanti alla piattaforma è la determinante principale.
È relativamente più semplice avere successo se si è freddi e distaccati anche nei momenti di pericolo e se si ha una grande determinazione nel perseguire le proprie convinzioni. Anche se, appunto, si tratta di investimenti con elevate probabilità di insuccesso.
Tuttavia ci sono strategie che permettono di sentirsi leggermente più al sicuro anche per le persone che non hanno di natura i tratti della personalità più adatti a questo tipo di investimento.
Allo stesso tempo, devi essere a conoscenza di quanto sia rischioso investire tramite CFD: se non puoi assumerti questo rischio, allora è meglio lasciar stare.
Il blog ideale per chi vuole accrescere la propria cultura finanziaria ed investire al meglio i propri risparmi