Vuoi scoprire tutto quello che c’è da sapere sulla cessione del quinto dipendente privato? Allora sei finito nel posto giusto!
La cessione del quinto dipendente privato è una forma di prestito personale sempre più diffusa e utilizzata grazie ad una serie di vantaggi per entrambe le figure in gioco. Per l’istituto di credito, infatti, la cessione del quinto rappresenta la garanzia che il finanziamento verrà rimborsato regolarmente.
Per il richiedente, invece, la cessione del quinto dello stipendio consente l’accesso al credito anche in presenza di problemi passati sotto il punto di vista del pagamento di altri prestiti. Con questi presupposti, nelle prossime righe vedremo insieme nel dettaglio in cosa consiste la cessione del quinto, come funziona e tutto quello che occorre sapere in merito.
Prima di proseguire, ecco una tabella con le migliori piattaforme online per cessione del quinto dipendente privato, le loro caratteristiche e i link ai siti ufficiali
Di seguito, invece, trovi una lista delle migliori piattaforme per la cessione del quinto dipendente privato del 2021:
Come anticipato, la cessione del quinto dipendente privato è una forma di finanziamento personale sempre più apprezzata perché in grado di offrire numerosi vantaggi rispetto ad altri tipi di finanziamento.
In parole povere, il rimborso di un finanziamento di questo tipo non avviene per mano del debitore, magari con il pagamento di bollettini o attraverso l’addebito bancario.
Ad effettuare fisicamente il pagamento delle rate infatti sarà il datore di lavoro, che dopo aver applicato una trattenuta sulla busta paga del dipendente, provvederà a versare l’importo alla banca o alla società finanziaria che hanno erogato il prestito. La definizione quinto dello stipendio ha origine dall’importo massimo del 20% della retribuzione previsto per la rata, ovvero il quinto dello stipendio.
La cessione del quinto dipendente privato è una forma di prestito che permette l’accesso al credito anche ai cattivi pagatori. In origine questa opportunità era prevista solamente per i dipendenti pubblici, ma dal 2006 è stata estesa anche ai dipendenti privati (oltre che ai pensionati). Il meccanismo alla base della cessione del quinto è piuttosto semplice da comprendere.
Innanzitutto parliamo di un finanziamento a tasso fisso che deve il suo nome proprio al fatto che l’importo della rata non potrà oltrepassare il quinto della retribuzione del dipendente, ovvero il 20%.
La cessione del quinto dipendente privato può avere una durata massima di 120 mesi, e rientra nella categoria prestiti non finalizzati, per i quali l’erogazione non è subordinata all’acquisto di un bene o di un servizio.
Nella cessione del quinto dipendente privato il debito viene rimborsato direttamente dall’azienda presso cui il dipendente è assunto a tempo indeterminato, attraverso una trattenuta applicata sulla busta paga dello stesso. Questa è la prima sostanziale differenza con un prestito classico, che è anche quella che consente alla banca di erogare più facilmente il credito anche ai cattivi pagatori.
La cessione del quinto dipendente privato può essere richiesta da qualsiasi lavoratore assunto a tempo indeterminato, a prescindere dal suo settore operativo. In realtà la stessa formula è prevista anche per i pensionati e i dipendenti pubblici.
Per ottenere un prestito personale con cessione del quinto, però, è fondamentale che anche il datore di lavoro sia in grado di soddisfare alcuni requisiti. Il primo riguarda la solidità economica. Il secondo requisito invece riguarda il numero di dipendenti minimo, che non deve essere inferiore a 15.
In realtà anche coloro che posseggono un contratto a tempo determinato possono richiedere un prestito con cessione del quinto, a patto che la scadenza del finanziamento avvenga prima del termine del contratto di lavoro.
Un’ulteriore particolarità della cessione del quinto dipendente privato risiede nel fatto che l’istituto di credito difficilmente richiederà garanzie aggiuntive, dal momento che il TFR per i lavoratori dipendenti e la pensione per i pensionati rappresentano una garanzia sufficiente su cui rivalersi in caso di qualsiasi problema.
Nonostante questo, però, le banche richiedono un’assicurazione obbligatoria. La polizza offre copertura dal rischio di morte del contraente, e dalla possibilità di perdita del lavoro, sulla parte di finanziamento eccedente rispetto al TFR maturato.
Le spese necessarie per il pagamento del premio della polizza vengono trattenute direttamente dalla società finanziaria, che di conseguenza eroga al titolare del debito solamente l’importo al netto di tali spese.
La cessione del quinto è un finanziamento a tasso fisso che deve il suo nome proprio al fatto che l’importo della rata non oltrepassa il quinto della retribuzione del dipendente, quindi proprio il 20%. La cessione del quinto dipendente privato può avere una durata massima di 120 mesi, e rientra nella categoria prestiti non finalizzati, per i quali l’erogazione non è subordinata all’acquisto di un bene o di un servizio.
Nella cessione del quinto dipendente privato il debito viene rimborsato direttamente dall’azienda presso cui il dipendente è assunto a tempo indeterminato, attraverso una trattenuta applicata sulla busta paga dello stesso.
Questa è la prima sostanziale differenza con un prestito classico, che è anche quella che consente alla banca di erogare più facilmente il credito anche ai cattivi pagatori.
Qualsiasi lavoratore dipendente può accedere alla cessione del quinto, a patto di essere assunto a tempo indeterminato presso un’azienda che abbia almeno 15 dipendenti e una buona solidità economica.
Nel momento in cui procederai con la richiesta dovrai ovviamente presentare alcuni documenti, tra cui quelli legati alla tua anagrafica personale e quelli relativi al tuo inquadramento professionale.
Oltre a questo dovrai inoltrare alla società finanziaria l’ultima busta paga e il certificato di stipendio, che al suo interno contiene alcuni dati, tra cui la data di assunzione, l’importo del TFR maturato, la retribuzione mensile e annua e qualsiasi altra trattenuta già presente sulla retribuzione.
Una precisazione: per tutta la durata del prestito, il dipendente non potrà richiedere in alcun modo anticipi sul TFR maturato.
Il dipendente dovrà firmare una delega per autorizzare il datore di lavoro al pagamento mensile delle rate del finanziamento attraverso una trattenuta applicata sulla retribuzione. La banca, invece, dovrà provvedere a chiedere al datore di lavoro il benestare per procedere al versamento puntuale delle quote previste dal piano di ammortamento.
La normativa sulla cessione del quinto dipendenti privati è molto precisa. Nel contratto dovranno innanzitutto essere specificati i seguenti punti:
In particolare, il TAEG include gli oneri accessori e qualsiasi altra commissione bancaria, ma nell’ipotesi della cessione del quinto le spese assicurative potrebbero anche essere escluse. Per quanto concerne l’importo massimo erogabile, dipende da una serie di fattori, come l’entità del TFR maturato fino al momento della richiesta di finanziamento, l’ammontare della retribuzione e gli anni di anzianità lavorativa.
Questo perché dal momento che la rata del prestito non potrà oltrepassare il quinto della stipendio al netto di altre trattenute e contributi previdenziali, maggiori saranno gli importi delle voci elencate, tanto più alto potrà essere l’importo erogato del prestito.
Oltre a questo, con un’anzianità lavorativa più alta, anche il TFR sarà maggiore, e per questo motivo per la banca si tratta di una garanzia più solida.
Miglior cessione del quinto dipendente privato
Sono in molti a domandarsi se sia possibile ottenere un prestito con la formula della cessione del quinto dello stipendio per i lavoratori dipendenti di ditte individuali.
Solitamente, infatti, si pensa che questa soluzione sia riservata ai dipendenti del settore pubblico o a quelli di grandi aziende. La risposta a questo quesito è positiva, quindi è possibile richiedere la cessione del quinto anche per chi lavora in piccole aziende.
In questo caso, però, le regole per ottenere l’erogazione sono in parte diverse rispetto alla cessione del quinto per altre categorie. Questo perché un’azienda di piccole dimensioni rappresenta un rischio maggiore per l’istituto di credito, dal momento che viene considerata meno sicura rispetto a una grande organizzazione.
In altre parole, se il datore di lavoro non è in grado di ispirare la giusta “fiducia”, la situazione si complica. Questo significa che è possibile presentare la richiesta alla banca di riferimento, compilando il modulo apposito, e allegando la documentazione necessaria, quindi un documento d’identità in corso di validità, il codice fiscale o la tessera sanitaria e le ultime buste paga.
A questo punto l’istituto di credito avvierà la tradizionale istruttoria e in caso di accettazione della richiesta, procederà comunicando le modalità di restituzione.
In questa fase chiaramente verrà coinvolto anche il datore di lavoro. Dobbiamo comunque precisare che il rifiuto dell’erogazione in questi casi è sempre dietro l’angolo per diverse motivazioni. In alcuni casi è la banca direttamente che decide di non accordare il prestito, mentre in altri la causa è l’impossibilità di reperire una copertura assicurativa in grado di offrire un premio di importo sostenibile per il cliente.
Ad ogni modo, quando il soggetto intermediario è una ditta individuale anziché una grande azienda, la valutazione in merito alla solidità finanziaria ed economica dell’azienda diventa più severa. Anche l’anzianità lavorativa del dipendente, dunque il suo TFR maturato, diventano più importanti. In altre parole l’ampiezza delle garanzie richieste è maggiore.
Ad esempio, per le aziende con meno di 15 dipendenti, l’anzianità lavorativa deve essere almeno di 24 mesi, meglio se superiore.
Per ottenere una cessione del quinto di questo tipo, però, è necessario rivolgersi a società finanziarie specializzate e consultare con moltissima attenzione il contratto e le condizioni economiche. Il consiglio in questi casi è quello di richiedere più di un preventivo.
In questo senso possono venirti in aiuto i portali di comparazione online, siti specializzati proprio nel confronto delle tariffe di vari servizi, tra cui la cessione del quinto a dipendenti privati. Attraverso l’inserimento di pochi dati, tra cui l’importo che intendi richiedere in prestito e la durata del piano di ammortamento desiderata, ovvero il numero di rate, potrai ottenere in pochi istanti una selezione delle migliori proposte.
A questo punto non dovrai fare altro che cliccare su quella che ritieni più consona alle tue esigenze, e verrai reindirizzato sul sito ufficiale della società finanziaria che la propone per finalizzare la richiesta.
Come spiegato in precedenza, anche le dimensioni dell’azienda incidono sull’esito della richiesta di finanziamento, oltre alla sua solidità economica. In linea di massima, per imprese con più di 15 dipendenti non c’è alcun problema per ottenere il finanziamento, mentre il discorso si fa più complicato per le ditte individuali e le piccole aziende. Quest’ultime, ovviamente, rappresentano un rischio maggiore per le banche.
Vogliamo ricordare, infatti, che il pagamento delle rate avviene attraverso il datore di lavoro che applicherà una trattenuta massima del 20% della retribuzione. Questo significa che la responsabilità del pagamento è del datore di lavoro stesso.
Ovviamente un’azienda di grandi dimensioni è più difficile fallisca, seppur non impossibile. Situazione diametralmente opposta per le piccole aziende con meno di 15 dipendenti.
A questo punto appare sicuramente più chiaro come la cessione del quinto dello stipendio dipendenti privati sia una formula di prestito personale piuttosto gradita alle banche e alle società finanziarie.
Grazie alla cessione del quinto, infatti, il rischio di insolvenza per l’istituto di credito è davvero molto contenuto, e per questo motivo il credito può essere erogato anche ai cattivi pagatori, oltre che con tempistiche ristrette.
La cessione del quinto è un finanziamento a tasso fisso che prende il nome dall’importo massimo della rata non oltrepassa il quinto della retribuzione del dipendente, quindi proprio il 20%. La cessione del quinto dipendente privato può avere una durata massima di 120 mesi, e rientra nella categoria prestiti non finalizzati. Ciò significa che l’erogazione non è subordinata all’acquisto di un bene o di un servizio.
Con il quinto dello stipendio, al pari di altre forme di finanziamento, è possibile anche estinguere anticipatamente il debito versando la cifra necessaria.
In questo caso il titolare del prestito dovrà affrontare anche una penale da pagarsi alla banca, solitamente nella misura dell’1% della somma da estinguere. In alcuni casi è possibile evitare la penale, ma questa possibilità deve essere espressamente prevista dal contratto.
In caso di ripensamento, il titolare del prestito può decidere di recedere dal contratto di finanziamento. Questo è possibile solamente entro 14 giorni dal momento della stipula, e sarà necessario inviare una raccomandata con ricevuta di ritorno alla società finanziaria.
In questa comunicazione dovrà essere espressa la volontà di esercitare il diritto di recesso sulla base della legge 229/2003.
I vantaggi della cessione del quinto sono numerosi per entrambe le figure in gioco. Da una parte troviamo quelli riservati al richiedente, che potrebbe vedersi accettata l’erogazione del prestito anche se in passato ha avuto segnalazioni come cattivo pagatore alla Centrale Rischi (CRIF) o è stato giudicato protestato. Solitamente, infatti, per questa categoria di consumatori vengono richieste garanzie come quella del garante.
Sempre per lo stesso motivo, e grazie a una fase di istruttoria piuttosto veloce, l’erogazione del prestito può avvenire in tempi ristretti, o comunque più brevi rispetto ad altre forme di finanziamento.
Da non dimenticare nemmeno che a fronte di una buona busta paga, e di una lunga anzianità di esercizio dunque di un TFR maturato di alto importo, è possibile ottenere anche somme importanti in prestito.
Per la banca, invece, il vantaggio principale è dato dal rischio contenuto di insolvibilità del cliente, dal momento che il pagamento delle rate avverrà per mano del suo datore di lavoro attraverso l’applicazione di un ritenuta sulla retribuzione. Questo tra l’altro è il motivo per cui gli istituti di credito faticano maggiormente a concedere prestiti con il quinto dello stipendio ai lavoratori delle piccole aziende.
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